Politica

Milano, targa in ricordo di Craxi Insorgono Lega e centrosinistra

Sabrina Cottone

da Milano

L’indirizzo è piazza Duomo 19, casa del Partito socialista a Milano e per trent’anni quartier generale di Bettino Craxi. Ed è proprio lì, nel luogo in cui si sono scritte pagine della storia d’Italia e della cronaca di Tangentopoli, che una targa ricorderà il segretario del Garofano, il presidente del Consiglio, l’uomo morto nel gennaio 2000 in Tunisia inseguito dalle inchieste del pool Mani Pulite.
È stato il sindaco, Gabriele Albertini, a chiudere dibattiti e polemiche che si trascinavano da tre anni e a chiedere alla giunta di esprimersi sulla targa per ricordare Craxi, se necessario con voto segreto. Non ce n’è stato bisogno, perché a uno a uno gli assessori sono intervenuti per dare il proprio sì. E anche se non sono mancate le voci di dissenso, la giunta ha deciso ad ampia maggioranza di ricordare la figura di Craxi in quello che per trent’anni è stato il suo luogo, piazza Duomo 19.
Albertini spiega il significato della decisione: «Vogliamo ricordare la storia che ha riguardato questo personaggio della politica italiana. D’accordo con la signora Stefania Craxi, avevo presentato la proposta di una targa commemorativa già tre anni fa ma era stata bocciata. Questa volta è stata approvata». Soddisfatto Bruno Simini, capodelegazione degli assessori di Forza Italia: «La targa restituisce a Craxi una parte della dignità che gli era stata tolta». Mercoledì scorso un convegno organizzato nei saloni del Comune in onore di Emilio Caldara, primo sindaco socialista di Milano, si è concluso con uno scrosciante applauso per Bettino Craxi. Un segnale che il clima è cambiato, attenuando anche i dubbi e l’opposizione di An.
La protesta della Lega, invece, non si placa. Matteo Salvini, capogruppo lumbard in consiglio comunale, insorge: «Siamo assolutamente contrari. Ci dispiace che l’amministrazione perda tempo e credibilità con iniziative come questa. In genere la targhe si dedicano a chi ha dato, non a chi ha portato via. Se questo è il metodo, la prossima via la dedicheremo a Calisto Tanzi». E il neo assessore leghista Diego Sanavio aggiunge: «Non è una cosa che cambierà il destino di Milano. La città, mi sembra, ha problemi più gravi».
Il giudizio sulla figura di Craxi, naturalmente, non è unanime. E le critiche arrivano anche dall’opposizione. Prima fra tutte quella di Antonio Di Pietro, l’ex pm e antagonista storico di Craxi: «Una targa? Sì, con su scritto: “politico e latitante”. La legge e i dizionari dicono che chi viene condannato, va all’estero e non si consegna, fa il latitante e non l’esiliato». Posizione condivisa da Nando dalla Chiesa della Margherita: «Se l’obiettivo era riabilitare Craxi, è mancato il senso della misura». Più possibilista il capogruppo diessino in Comune, Emanuele Fiano: «In quell’ufficio di piazza Duomo 19 è iniziata la crisi di Milano. Craxi andrebbe ricordato ma per altri luoghi e altre cose».
Adesso si tratta di mettere a punto il testo della targa, poi arriverà l’ora della cerimonia. «Con me quel giorno ci saranno tutti i milanesi, socialisti e no, che continuano ad amare Craxi» prevede Riccardo Albertini, consigliere comunale del Nuovo Psi da sempre supporter della causa. «Il testo sarà molto semplice, l’omaggio sta già nella decisione della targa commemorativa» annuncia l’assessore alla Cultura, Stefano Zecchi.

Ma l’assessore Guido Manca, ex socialista, già rilancia: «Sarebbe bello poter leggere le parole “statista” e “grande personaggio politico”».

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