
Le opere più importanti, soprattutto quelle sportive, rispettano tutte il cronoprogramma. Altre saranno completate dopo il 2026 e rimarranno come eredità per il territorio. Ma resta la consapevolezza che "stiamo correndo con piglio olimpico da tre anni" commenta l'assessore lombardo alla Montagna Massimo Sertori, che segue da vicino la partita dei Giochi invernali di Milano Cortina. L'obiettivo di arrivare ad almeno 500 milioni di euro di sponsorizzazioni è stato raggiunto. Adesso c'è da spingere per creare il clima olimpico, coinvolgendo le scuole ma anche artisti e testimonial d'eccezione. L'auspicio è che siano i Giochi della pace "con tutte le bandiere" mentre il sogno è che "le nostre montagne diventino un'icona. Spero che le Alpi siano il simbolo di queste Olimpiadi".
Sertori, a sei mesi dalle Olimpiadi com'è la situazione?
"Fino ad adesso ci siamo concentrati sulle infrastrutture. Insieme alla Fondazione ora stiamo ragionando su una serie di iniziative per coinvolgere la popolazione. Cominceremo dalle scuole e dai gadget, poi in Regione ci sarà un evento a 100 giorni dai Giochi e stiamo organizzando l'itinerario della fiaccola individuando le persone che la porteranno. Ci saranno artisti importanti e grandi sportivi come Jannik Sinner: faremo tutto ciò che è necessario per creare lo spirito olimpico".
Le indagini sull'urbanistica di Milano, con il faro dei pm sul Villaggio Olimpico, vi preoccupano?
"Abbiamo tempi stretti e battenti. Quindi qualsiasi elemento che rischia di farci rallentare mi preoccupa. Rispetto alle indagini, le opere olimpiche mi sembrano comunque marginali e al momento mi sento di dire che non ci sono riflessi diretti".
Villaggio olimpico, Santa Giulia e Fiera. A che punto siamo a Milano?
"Tutte le location coinvolte, ci metto anche il Forum di Assago, hanno dei lavori che stanno procedendo rispettano il cronoprogramma. Questo mi fa dire che arriveremo a fare i test necessari nei tempi giusti. Al netto di tutto quello che può succedere all'esterno, non ci sono ritardi in città".
E in Valtellina?
"Le opere funzionali alle gare saranno pronte per i Giochi e ci faranno fare una bella figura agli occhi del mondo. Alcune più infrastrutturali, invece, non riusciremo a concluderle prima delle Olimpiadi, come per esempio la prosecuzione della tangenziale di Sondrio. Avrebbero semplificato le cose, ma è un bene il fatto che sono state finanziate e che verranno comunque realizzate. Ricordo che stiamo facendo in tre anni opere che avevano bisogno di dieci anni di lavori".
La viabilità è la sfida più importante. Si riuscirà ad arrivare a Bormio?
"Ci sarà da Milano un treno olimpico ogni mezz'ora che arriverà a Tirano, dove stiamo completando la tangenziale. Una volta lì turisti, tifosi e addetti ai lavori potranno trovare degli autobus. Stiamo facendo tutta una serie di tavoli per capire come gestire la viabilità. Ma va anche sottolineato che i biglietti delle gare sono 180mila e sono blindati. Questo ci aiuterà ad evitare che Bormio e Livigno vadano in overbooking".
La leggendaria Pista Stelvio sarà pronta?
"Il parterre è stato rifatto completamente. Ci sarà una parte bellissima a vetrata, un'altra che si può smontare che ospiterà fino a 3mila spettatori e anche la struttura per la stampa è stata pensata con una dimensione realmente internazionale. La Pista è assolutamente in linea con il cronoprogramma".
Le aziende lombarde hanno capito l'importanza dell'evento?
"La maggior parte sì, altre meno. Ma devo anche dire che la Fondazione ha raccolto 500 milioni di sponsorizzazioni raggiungendo i target. La mia Valtellina è emblematica. Pur non essendoci aziende con volumi enormi, i consorzi si sono messi insieme e hanno fatto una partnership importante. La Valtellina ha capito bene quale può essere il ritorno per il territorio dai Giochi".
Dopo le Olimpiadi quale immagine spera che rimanga?
"Questa è la terza Olimpiade invernale organizzata in Italia, ma la prima in assoluto diffusa su più località. Questa è una scommessa, perché un conto è organizzare tutto in una città, un altro è farlo in un intero arco alpino. Mi auguro che nella mente delle milioni di persone che ci guarderanno rimangano impresse le nostre montagne. Vorrei che l'immagine iconica di questi Giochi sia quella delle Alpi italiane e lombarde".
Le piacerebbe vedere bandiere di tutti i Paesi e quindi anche quelle russe o israeliane?
"Alle Olimpiadi gli atleti gareggiano in nome della determinazione, della lealtà e del sacrificio. Lo sport ti mette a nudo, perché competono con loro stessi, con il fisico e il corpo. Questi sono i valori dei Giochi.
Un atleta non fa dichiarazioni politiche e non combatte nessuna guerra. Per quanto mi riguarda, credo che dovrebbero esserci tutte le bandiere. Se facciamo prevalere lo spirito dello sport non può esserci nessun conflitto".