Oscar Eleni
Lamico bolognese che si sente orgoglioso di una Fortitudo rappresentata nellarena da Gianluca Basile, ma anche pieno di pregiudizi sugli arbitri, sui dirigenti di Milano e Bologna che esagerano, su certi giocatori della sua squadra, non vorrebbe farci tornare a casa. Secondo lui la quarta sfida scudetto fra Armani e Climamio, che si giocherà stasera davanti ai 12000 di Assago, sembra già scritta, si andrà in parità rimandando tutto alla bella di domenica sul campo di Bologna.
Per convincere il viandante a risparmiare un viaggio promette di fargli compagnia a Monteveglio, là dove si sfidano i ciccioni, stuzzicandoti con la proposta di un menù sacrilego a base di tortellini con prosciutto e ciliegie di Vignola, pennette con porcini ed arance, ma la crapula per chi ama il basket delle finali sarà proprio sul campo. Non si mangia benissimo, però questa elettricità fra squadre rende tutto affascinante. Per fortuna stasera sentiremo profumi e musiche sudamericane, servono a distendere, per fortuna le mega offerte dei russi agli allenatori di questa Lega - Messina ha già ceduto, Pesic ci sta pensando - distraggono quelli che si giocava meglio una volta. Cè un fondo di verità, due squadre non fortissime cadono appena esagerano nelle domande che si fanno. Non hanno il colpo decisivo, unarma, a parte le difese, per costringere alla resa lavversaria. La Fortitudo farà bene a non pensare di essere così vicina al suo secondo scudetto, Milano sarà sicuramente affamata per arrivare alla quinta dove, rispetto alla bella con Treviso, qualcosa da perdere, comunque avrà pure lei, perché in fondo alla corsa cè il titolo.
Mani addosso, mani sulla fronte aspettando che gara quattro diventi loccasione per Singleton e Mancinelli, gli unici che in tre partite sono stati sempre sotto il piatto della partita, incapaci di mangiare qualcosa alla loro maniera. Sono due tipi da basket nel cielo, abbastanza simili perché amano le lodi personali. Singleton soffre la durezza di Smodis, ha sempre voglia del colpo a sensazione quando basterebbe restare nel programma di gioco. Mancinelli sente le chele di Mario Gigena e pure lui ha desideri da numero uno, quando basterebbe che fosse uno bravo dei primi cinque.
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