Con 40-45 eletti a Roma alla Lombardia la guida dei gruppi parlamentari

Così Forza Italia ora punta al pieno dei voti Da Galliani a Giusy Versace, ecco chi corre

Con 40-45 eletti a Roma  alla Lombardia la guida dei gruppi parlamentari

È un futuro tutto azzurro e tutto lombardo, in direzione Montecitorio e Palazzo Madama, quello che prospetta Paolo Romani, capogruppo al Senato di Forza Italia e animatore della campagna insieme alla coordinatrice regionale Maria Stella Gelmini. Il disegno viene tracciato dal senatore durante la presentazione dei candidati del territorio, all'Hilton di Villa San Giovanni. Ed è una riscossa per Forza Italia. Non solo nei confronti degli avversari, ma anche fra le righe rispetto agli alleati. «Se vinceremo governeremo per 5 anni» e «avremo tra i 200 e 210 parlamentari, di cui tra i 40 e i 45 saranno lombardi» spiega esortando la platea dei candidati: «Parlate poco, ascoltate di più». Ai votati in Lombardia toccherà il ruolo di «guida dei gruppi parlamentari sia alla Camera che al Senato». Il perché è chiaro: la regione motore d'Italia è un esempio di come ci si «rapporta all'oggetto di studio» in questo caso la politica nazionale: «In un modo più raffinato rispetto agli eletti provenienti dalle altre regioni». L'onere e onore di essere «gruppo dirigente» è conseguente al fatto che «Forza Italia sarà il primo partito della coalizione», gli fa eco Gelmini. E poiché il collega si dice «uomo di numeri e sondaggi», le prove stanno nelle proiezioni delle ultime settimane: «Siamo a 3 punti di distanza dalla Lega. Ma questa è una competizione positiva fra alleati: così arriveremo come coalizione a quel fatidico 43%, cioè alla maggioranza».

Un pezzo dopo l'altro l'artiglieria per la rinascita di Forza Italia presenta se stessa. A partire da Adriano Galliani che si accinge al microfono come uno qualsiasi. Lui che è stato il Milan per 31 anni «ma anche molto di più: prima di tutto un imprenditore». Ora si candida perché dalla vita ha «avuto molto e vuole restituire qualcosa», come dice sempre il Cavaliere. «Spero di essere eletto», aggiunge, da «brianzolo purosangue», ma candidato nel collegio Como/Lecco/Varese al Senato. E per descrivere tanti anni in poche frasi: «Dal primo novembre '79 al fianco di Silvio Berlusconi: è stato come un master a Yale o a Boston». Sintetico anche l'intervento della candidata a Milano centro che se la vedrà con Bruno Tabacci e Laura Boldrini, l'avvocato Cristina Rossello: «Faccio parte di quella società civile che ha risposto all'appello: siamo persone concrete, senza grilli per la testa e disponibili». Abbiategrasso/Legnano/Rozzano, il nome di punta è Michela Vittoria Brambilla: «Non è necessario abitarci per rappresentare un territorio», anche perché «questa campagna ci è stata resa più facile dagli avversari». L'area vicina al confine, potrà contare alla Camera sulla neomamma Laura Ravetto (uninominale a Como e proporzionale a Sondrio/Como/Lecco). Ci tiene a placare la stessa polemica: «Sono stata presidente del comitato Schengen, so molto dei problemi di quelle zone». E lancia una sfida, prima di scappare per allattare la neonata Clarissa: «Voglio Mariastella Gelmini ministro della Salute: dovrà occuparsi di post-maternità». A tenere le fila delle liste è proprio lei e, finito l'incontro con la stampa, si ferma a dare indicazioni ai meno navigati. Giusy Versace, l'atleta paralimpica e show girl candidata a Varese (sebbene originaria di Reggio Calabria). «Ci vuole un'intervista ai quotidiani locali» le sussurra, sicura però che saprà occuparsi di «donne, sport e disabilità».

Quindi il partito «Solo il 10% di uscenti», dice Gelmini, e tra questi un trentenne: Stefano Benigni, coordinatore dei giovani di Fi e già capogruppo a Bergamo, candidato allo scontro diretto nella città di Giorgio Gori: è convinto che prenderà almeno «un voto in più» del partito del sindaco. Potrebbe ricalcare la carriera di Alessandro Cattaneo, il promettente ex-primo cittadino di Pavia (che qualcuno contrapponeva a Matteo Renzi), già ai vertici dell'Anci e che ora si misurerà di nuovo con l'elettorato pavese.

Infine la cosiddetta società civile, con qualche esperienza nella politica locale: dal commercialista Luigi Pagliuca, all'imprenditore Francesco Ferri, già alla guida del Centro studi del pensiero liberale; da Benedetta Cosmi, con un passato nella Cisl, all'ex insegnante Maria Grazia Sassi. I due assessori Valentina Aprea e Alessandro Sorte. Alla corsa non potevano mancare i fedelissimi del Cav, come Licia Ronzulli che corre per il Senato a Bergamo/Brescia e Cantù.

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