«Voglio qualcuno che impedisca queste cose e se è necessario sparare, spari». Il governatore Roberto Maroni dopo l'aggressione a colpi di machete a un macchinista di Trenord a Villapizzone due sere fa, chiede con toni forti di alzare i livelli di sicurezza a bordo e nelle stazioni: «Chiederemo militari e polizia per contrastare questi fenomeni». Sono «frasi pericolose» per il Pd. La coordinatrice di Fi Mariastella Gelmini invece si è recata in Centrale, diventata simbolo ieri della doppia emergenza, profughi e sicurezza in treno e sintetizza: «Un controllore va al lavoro e una gang che viaggia clandestinamente gli amputa un braccio. Tutto questo su un treno Expo» Giovedì era stato accoltellato un negoziante, e tra profughi e scabbia «la Centrale è diventata la stazione più insicura d'Europa. É sempre più difficile vivere normalmente a Milano e e ci sono responsabilità politiche, Giuliano Pisapia e la sua giunta non possono nascondersi. Nel 2011 hanno dichiarato che la sicurezza non era un problema e hanno smantellato l'ottimo sistema dei sindaci Albertini e Moratti». C'erano i militari nei quartieri a rischio allora, fondi per aumentare gli straordinari (e il servizio) dei poliziotti. «Ci batteremo in tutte le sedi - assicura - perchè possano essere organizzati presidi fissi dell'esercito nelle situazioni sensibili, come in Centrale e nelle zone controllate dalle bande criminali». Il capogruppo leghista Alessandro Morelli estende l'allarme, «non solo ferrovie, il pericolo corre anche in metrò nel totale disinteresse dell'amministrazione comunale. Le aggressioni ai dipendenti Atm sono giornaliere».
Non ci sta (ovviamente) la giunta. Il vicesindaco Ada Lucia De Cesaris esplode contro Gelmini: «La sicurezza sui treni lombardi, sporchi e malandati, è un problema storico che solo la Regione avrebbe dovuto risolvere. Rilegga i numeri e si accorgerà che se qualcuno ha lavorato sulla sicurezza è questa giunta». Ma pure il consigliere indipendente del Pd Gabriele Ghezzi, poliziotto, sostiene che l'aggressione feroce ai due macchinisti deve «stimolare riflessioni sulla sicurezza non più rimandabili da parte del sindaco e del prefetto». É «incomprensibile e inaccettabile che in una città evoluta e al centro dell'attenzione mondiale, possano accadere casi così violenti e persone girino tranquillamente con i machete».
A chiedere un potenziamento dei presidi è l'ad di Trenord, Cinzia Farisè, per tutelare personale e passeggeri. Perchè solo questa volta si è arrivati ad una tragedia ma i rischi sono continui. Nei primi 5 mesi dell'anno «sono state 44 le aggressioni al personale: in 18 casi fisiche, in altri 26 di violente minacce verbali». La società da gennaio impiega ogni giorno, sui treni e nelle stazioni, 63 operatori di security, «il doppio rispetto al 2014». Il centrodestra al Pirellone aveva già depositato una proposta di legge regionale per consentire l'uso di guardie giurate sui mezzi «anche per il controllo dei biglietti». E per l'assessore regionale ai Trasporti Alessandro Sorte (Fi) ormai «serve il presidio dei militari in stazioni e treni». Per quello alla Sicurezza del Comune Marco Granelli invece «lavorare insieme alla tutela dei cittadini è più utile che evocare assurde 'chiamate alle armi». Ma Milano «è una pentola a pressione pronta a esplodere.
Nessuno vuole fare allarmismo ma ciò che manca è la presenza delle istituzioni. In Centrale siamo all'emergenza sanitaria e non un esponente del governo ha saputo affrontare la situazione». Non lo enfatizza il centrodestra. Lo denuncia Danilo Galvagni, segretario del sindacato Cisl.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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