Le "5vie", l'altra Brera: il quartiere nascosto diventerà un modello

Tra via Mazzini e Porta Vercellina 24 gallerie, 40 botteghe, 20 locali storici. Il progetto di rilancio allo studio del ministero. Un "caso" da replicare per altri centri storici

Le "5vie", l'altra Brera: il quartiere nascosto diventerà un modello

Ha l'ambizione di porsi come l'alternativa a Brera. E non ha nulla da invidiare al quartiere che gravita tra il Teatro alla Scala, via Solferino, via Brera, e appunto il dedalo di viuzze che si stringe intorno all'Accademia e alla Pinacoteca, tra il bar Giamaica e le boutique di Fiori Chiari. Se il primo è sempre stato «il quartiere degli artisti», le 5vie sono note come il quartiere delle gallerie e degli artigiani. Sono, infatti, 24 gallerie d'arte e di antiquariato, 40 gli artigiani tra bronzisti, restauratori, corniciai, una ventina le trattorie e i bar storici, e una popolazione di circa 20mila residenti. Cuore originario del distretto 5vie art+design il crocicchio che fin dall'epoca romana vede convergere in un punto 5 strade (via Santa Marta, via Santa Maria Podone, via Santa Maria Fulcorina, via Bocchetto, via del Bollo), e che ora si estende su un'area molto più vasta che va da via Torino a corso di porta Ticinese da un lato, da via Meravigli a piazzale Baracca dall'altro e delimitata a est da via Mazzini. Il quartiere - «museo a cielo aperto» abbraccia meraviglie più o meno note del circuito turistico milanese da palazzo Durini alla Basilica di sant'Ambrogio a Santa Maria presso San Satiro, dai giardini di Santa Valeria, al museo Mangini Bonomi.

E proprio qui sta il punto: il progetto dell'associazione no profit 5vie, nato ufficialmente nel 2013, grazie anche al sostegno di Fondazione Cariplo e al patrocinio del Comune di Milano, mira a far scoprire realtà ed eccellenze poco conosciute e a far emergere le bellezze nascoste di questo storico quartiere. Mettendo in rete le sue anime a tutti i livelli: dai chi ci lavora a chi ci vive. «Tutti vengono coinvolti e partecipano a seconda delle occasioni. Così se per il Fuori Salone o in eventi particolari oltre alle gallerie e agli studi, vengono coinvolti i residenti che aprono palazzi storici o cortili, per la campagna del Fai luoghi del cuore, le scuole del quartiere ci hanno aiutato a elaborare il progetto per Piazza Mentana». Altre iniziative hanno visto la partecipazione della Fondazione Cologni dei mestieri d'arte o dell'Accademia del Teatro alla Scala. Uniti da una visione comune: valorizzare l'identità territoriale del distretto. «Sembrerà banale ma non lo è: in tutta Italia non esiste un progetto di mappatura e messa in rete delle realtà del distretto, con la partecipazione di tutti gli attori - spiegano dall'associazione -. «Vogliamo trasformare le 5vie in un quartiere modello da poter replicare anche in altre città, che vantano quartieri storici con caratteristiche e problematiche simili, tanto che siamo stati convocati dal Ministero per i Beni culturali per raccontare il nostro progetto». L'idea è di mettere in rete tutte le botteghe storiche e artigiane, i negozietti vintage e ricercati, laboratori di pasticcerie e ristoranti nascosti nei preziosi cortili della vecchia Milano o nei rari terrazzi arroccati in cima ai palazzi storici. «Il problema - raccontano - è che è un quartiere poco battuto, perchè all'interno di Area C e caratterizzato da vie strette e tortuose, fuori dallo shopping mainstream.

Spesso le botteghe o i negozietti più ricercati si trovano all'interno dei cortili e sono sempre sul filo della sopravvivenza. Alcuni gioielli artistico culturali sono custoditi in cortili e palazzi privati, altri semplicemente non sono conosciuti. Noi vogliamo riportare alla luce e restituire ai milanesi e ai turisti questo patrimonio».

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