Le "5vie", l'altra Brera: il quartiere nascosto diventerà un modello
2 Dicembre 2017 - 06:00Tra via Mazzini e Porta Vercellina 24 gallerie, 40 botteghe, 20 locali storici. Il progetto di rilancio allo studio del ministero. Un "caso" da replicare per altri centri storici

Ha l'ambizione di porsi come l'alternativa a Brera. E non ha nulla da invidiare al quartiere che gravita tra il Teatro alla Scala, via Solferino, via Brera, e appunto il dedalo di viuzze che si stringe intorno all'Accademia e alla Pinacoteca, tra il bar Giamaica e le boutique di Fiori Chiari. Se il primo è sempre stato «il quartiere degli artisti», le 5vie sono note come il quartiere delle gallerie e degli artigiani. Sono, infatti, 24 gallerie d'arte e di antiquariato, 40 gli artigiani tra bronzisti, restauratori, corniciai, una ventina le trattorie e i bar storici, e una popolazione di circa 20mila residenti. Cuore originario del distretto 5vie art+design il crocicchio che fin dall'epoca romana vede convergere in un punto 5 strade (via Santa Marta, via Santa Maria Podone, via Santa Maria Fulcorina, via Bocchetto, via del Bollo), e che ora si estende su un'area molto più vasta che va da via Torino a corso di porta Ticinese da un lato, da via Meravigli a piazzale Baracca dall'altro e delimitata a est da via Mazzini. Il quartiere - «museo a cielo aperto» abbraccia meraviglie più o meno note del circuito turistico milanese da palazzo Durini alla Basilica di sant'Ambrogio a Santa Maria presso San Satiro, dai giardini di Santa Valeria, al museo Mangini Bonomi.
E proprio qui sta il punto: il progetto dell'associazione no profit 5vie, nato ufficialmente nel 2013, grazie anche al sostegno di Fondazione Cariplo e al patrocinio del Comune di Milano, mira a far scoprire realtà ed eccellenze poco conosciute e a far emergere le bellezze nascoste di questo storico quartiere. Mettendo in rete le sue anime a tutti i livelli: dai chi ci lavora a chi ci vive. «Tutti vengono coinvolti e partecipano a seconda delle occasioni. Così se per il Fuori Salone o in eventi particolari oltre alle gallerie e agli studi, vengono coinvolti i residenti che aprono palazzi storici o cortili, per la campagna del Fai luoghi del cuore, le scuole del quartiere ci hanno aiutato a elaborare il progetto per Piazza Mentana». Altre iniziative hanno visto la partecipazione della Fondazione Cologni dei mestieri d'arte o dell'Accademia del Teatro alla Scala. Uniti da una visione comune: valorizzare l'identità territoriale del distretto. «Sembrerà banale ma non lo è: in tutta Italia non esiste un progetto di mappatura e messa in rete delle realtà del distretto, con la partecipazione di tutti gli attori - spiegano dall'associazione -. «Vogliamo trasformare le 5vie in un quartiere modello da poter replicare anche in altre città, che vantano quartieri storici con caratteristiche e problematiche simili, tanto che siamo stati convocati dal Ministero per i Beni culturali per raccontare il nostro progetto». L'idea è di mettere in rete tutte le botteghe storiche e artigiane, i negozietti vintage e ricercati, laboratori di pasticcerie e ristoranti nascosti nei preziosi cortili della vecchia Milano o nei rari terrazzi arroccati in cima ai palazzi storici. «Il problema - raccontano - è che è un quartiere poco battuto, perchè all'interno di Area C e caratterizzato da vie strette e tortuose, fuori dallo shopping mainstream. Spesso le botteghe o i negozietti più ricercati si trovano all'interno dei cortili e sono sempre sul filo della sopravvivenza. Alcuni gioielli artistico culturali sono custoditi in cortili e palazzi privati, altri semplicemente non sono conosciuti. Noi vogliamo riportare alla luce e restituire ai milanesi e ai turisti questo patrimonio».
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