Un mese per siglare i via libera per le opere infrastrutturali legate a Expo. Ci sono i progetti e anche i fondi, ma se dai Ministeri non arrivano le firme necessarie i lavori non saranno mai pronti per aprile 2015. A dare l'allarme Marzio Agnoloni, presidente di Serravalle: sul piatto ci sono la seconda parte della Pedemontana, la Brebemi e la tratta Rho-Monza.
«Abbiamo trenta giorni di tempo - ha dichiarato Agnoloni - e per avviare alcuni lavori avevamo bisogno dei via libera per ieri: ormai a Expo manca un anno e mezzo circa e più di tanto non si possono restringere i tempi per costruire materialmente le infrastrutture».
Per la Rho-Monza l'appalto per il tratto terminale è già stato assegnato a un consorzio di imprese, ma manca il via libera del Cipe: «Noi abbiamo presentato l'offerta due anni fa e abbiamo vinto l'appalto da un anno - racconta Giorgio Mainini della ICG, una delle tre aziende appaltanti - ora aspettiamo come per un'altra opera che ci siamo aggiudicati, lo scolmatore di nord ovest, ma far partire un cantiere è una vera impresa, inoltre - conclude - è ancora più difficile perché i bandi che vinciamo vengono poi regolarmente rivisitati: sarebbe il caso che se ottieni un appalto per un progetto quello sia». Per gli altri due progetti i problemi sono simili: ci sono i soldi, ci sono anche gli appalti assegnati, ma mancano le sigle definitive sui permessi ministeriali. La burocrazia viene indicata ancora una volta come uno degli ostacoli principali per chi vuole fare impresa: «Nonostante gli interventi del governo - ha sottolineato Claudio De Albertis, presidente Assimpredil Ance - l'esondazione normativa è continuata con il solo vero risultato di ostacolare le opere».
E non è che quando i cantieri poi partono i problemi si risolvano de tutto: «Con Serravalle non ci sono problemi di pagamenti - ha rimarcato Agnoloni - ma saltano in continuazione aziende al lavoro nei nostri cantieri perché le banche non fanno le banche: quest'estate ho dovuto anticipare come Serravalle versamenti per 20 milioni di euro a delle aziende anche grosse per permettergli di andare avanti, figuriamoci come stanno le piccole e medie imprese».
Oltre la situazione di urgenza delle grandi opere in attesa dei via libera ministeriali, le anticipazioni sul secondo rapporto Ance sul mercato delle opere pubbliche porta qualche buona notizia: «Per la prima volta dopo anni iniziamo a vedere qualche numero positivo, come l'aumento del 3% del numero di gare e del 19% del valore economico, anche grazie a alcuni grossi interventi - ha spiegato De Albertis - anche se il quadro generale resta disastroso con problemi non ancora risolti come quello dei ritardati pagamenti della Pubblica Amministrazione: solo le prime ventitrè aziende che abbiamo considerato hanno un credito di 30 milioni di euro, soldi che vedranno in media dopo nove mesi o più».
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