L'ex sindaco Pisapia rinunciò a portare in aula il «bestiario», sotterrato dalle polemiche anche nei Municipi governati dal centrosinistra. La giunta Sala ha ripreso in mano un anno fa il Regolamento per la tutela degli animali (quello in vigore risale al 2005), ha eliminato alcuni dei punti più criticati (come il divieto di portare a spasso il cane per i minori di 14 anni) e lo ha riportato nelle zone, ricevendo questa volta parere favorevole (la 7 non lo ha inviato). Venerdì quindi la giunta ha approvato il testo e dopo l'estate approderà in Consiglio. Che il voto sia una passeggiata è tutt'altro che scontato, vari punti rischiano di mettere in crisi chi cercherà di adeguarsi, anche se difficilmente busserà a casa il vigile per misurare la lunghezza dell'acquario. Per quanto riguarda la «tutela del benessere dei pesci, anfibi, rettili e invertebrati a vita prevalentemente acquatica» ad esempio il regolamento ordina di assicurare che «le specie sociali siano tenute in gruppi non inferiori a tre esemplari compatibili», addio al pesce rosso solitario e soprattutto addio alla classica boccia di vetro perchè «è fatto obbligo di non tenere animali in acquari di forma sferoidale». Gli acquari «devono avere capienza non inferiore a 30 litri, altezza (profondità) non superiore al lato della base più corto, aumentato del 50%; il lato della base più lungo pari almeno a 10 volte la misura della specie più lunga ospitata». Vietata la pratica dell'accattonaggio esibendo animali, il detentore rischia multa e confisca, «esclusi i cani qualora si accerti che si tratta di compagni di vita del mendicante che li detiene. In assenza di documenti e microchip, il cane viene ricoverato presso il canile e il detentore dovrà produrre i documenti di proprietà». Vietata la vendita ed esposizione di animali nei mercati. Il Comune promuove nelle proprie sedi la possibilità per i dipendenti di portare il cane sul luogo di lavoro, sulla base di modalità e regole definiti preventivamente e per iscritto. C'è un capitolo sulla tutela dei rondoni: in caso di interventi edilizi va prevista la conservazione dei nidi presenti e, dove non è possibile, andranno posizionati nidi artificiali a compensazione (pena una multa da 150 a 500 euro). Nel rispetto della legge statale e regionale, il Regolamento - puntualizza l'assessore Roberta Guaineri - propone elementi innovativi, come il maggior rigore nella detenzione e vendita di alcune specie di animali selvatici, nella gestione delle colonie feline e dei crostacei vivi destinati all'alimentazione. Non promuove solo norme vincolanti ma desidera avere un ruolo educativo, di buon comportamento».
La tabella delle specie di cui è vietata la detenzione e vendita è quella adottata dalla International union for conservation of nature: si possono tenere ma non commerciare tartarughe mentre sono banditi in toto (semmai a qualcuno passasse per la testa) rapaci, falchi, opossum, diavoli della Tasmania, canguri, elefanti, armadilli, formichieri, pipistrelli, scimmie e altre specie selvatiche. Le multe? L'elenco è lungo, si va da 150 a 500 euro per il «mancato rispetto delle prescrizioni generali per la tutela degli animali da affezione», da 40 a 240 euro per l'accattonaggio con animali, per l'uso di petardi e fuochi d'artificio, la mancata rimozione delle deiezioni canine, da 60 a 360 se il cane non viene condotto senza guinzaglio o museruola (se obbligatoria), da 150 a 500 per la vendita di animali ai minori di 18 anni, l'esposizione al pubblico di crostacei vivi destinati all'alimentazione fuori dagli acquari, il mantenimento di crostacei negli acquari, la vendita al dettaglio e la cottura di crostacei vivi.
«Il regolamento - afferma il consigliere di Forza Italia Gianluca Comazzi - deve aver lo scopo di tutelare gli animali con regole chiare e certe, senza che pastoie burocratiche portino a situazioni paradossali come quelle viste in passato».
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