Eleonora Barbieri
Qualche mese fa, Giovanna Cavazzoni raccontava di non avere paura della morte. «Anzi, la aspetto» diceva a 85 anni. È arrivata ieri pomeriggio, per una donna che accanto alla morte aveva trascorso tanta parte della sua vita, per aiutare: i malati, i sofferenti, i più gravi, quelli che non aiutava più nessuno e che magari nessuno voleva nemmeno più andare a trovare. Così era successo a lei, tanti anni prima, con la sua amica Rina Torricelli, corista della Scala. Così, decenni dopo, nel 1982, Giovanna Cavazzoni aveva fondato Vidas, l'associazione che offre assistenza socio-sanitaria gratuita ai malati terminali. Parola d'ordine: «Io sto con lui».
L'aveva pronunciata, quella frase, una Giovanna bambina, figlia della borghesia bene di Milano (dove è nata nel 1931), quando vide un mendicante sotto la pioggia in corso Italia e volle fermarsi accanto a lui, testarda e generosa; la pronunciava, ancora, da signora d'altri tempi e modi squisiti quale era, elegante e semplice insieme, lei che il denaro diceva di disprezzarlo, secondo la lezione del padre Stefano (arrivato col carretto dall'Emilia, fu il più giovane consigliere comunale, poi ministro del Lavoro all'inizio degli anni Venti. Con Don Orione fondò il Piccolo Cottolengo milanese): «Volle lasciarci poveri, ma con una bella ricchezza interiore». Con quella, a cinquant'anni e con una bella carriera con la sua agenzia di comunicazione, due figli e un marito celebre (il maestro Claudio Abbado, da cui si era poi separata, senza però mai rivolgergli parole di rancore...) decise di cambiare completamente vita, e dedicarsi agli altri: così nacque Vidas, che ormai cura 1.600 pazienti l'anno, ha un budget di 8 milioni di euro, oltre all'hospice storico ha creato perfino una Casa sollievo per i bimbi, ma allora non aveva un soldo, e lei doveva bussare a tutte le porte: «La stampa toccava ferro quando entravo nelle redazioni».
Eppure proprio alla ricerca fondi, «il lavoro più brutto del mondo», dedicava gran parte del suo tempo, anche dopo avere lasciato la presidenza a Ferruccio de Bortoli, lo scorso anno. Lei, che teneva la mano a chi non aveva nemmeno più uno specchio per guardarsi, diceva: «Ho solo gratitudine, e tanta». E ha chiesto, per sé, nessun rito funebre.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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