Cronaca locale

Addio alle palme in piazza Duomo (dopo cinque anni)

Il sindaco Sala annuncia: "È ora di cambiare". Le aiuole tropicali accesero polemiche

Addio alle palme in piazza Duomo (dopo cinque anni)

Era il 15 gennaio del 2017 quando Milano si risvegliò con le palme e i banani, «spuntati» nella notte nelle aiuole di piazza Duomo. E si scatenò subito un dibattito nazionale. «Certo che Milano osa eh...» scrisse sui social il sindaco Beppe Sala. Massacrato dai leghisti. «Follia. Mancano sabbia e cammelli, e i clandestini si sentiranno a casa» replicò il leader Matteo Salvini lanciando l'hashtag «motosega». L'esponente FdI Riccardo De Corato parlò di «africanizzazione». Ma sull'allestimento sponsorizzato dal colosso Starbucks, che avrebbe aperto un anno dopo la prima caffetteria in piazza Cordusio, si divisero anche architetti e vip. Disegnate dall'architetto paesaggista Marco Baj, le aiuole esotiche erano state affidate per la piantumazione e manutenzione a Starbucks per tre anni (per una spesa di 226mila euro), ma la società vinse anche il nuovo bando di sponsorizzazione partito nel gennaio 2020 per altri tre anni. E nel tempo i cittadini si sono abituati. Ma ora, dopo cinque anni, si cambia ancora. Addio palme fronte Duomo, lo ha annunciato ieri il sindaco. Arrivato in piazza per la tradizionale cerimonia dell'alzabandiera del 2 Giugno ha rivelato proprio davanti alle aiuole della discordia che a breve (probabilmente a settembre) il Comune lancerà un nuovo bando per la sponsorizzazione ormai in scadenza dell'area verde. «Penso che siamo aperti a nuove soluzioni rispetto alle palme - ha commentato -, perchè Milano non disdegna mai le novità quindi secondo me potrebbe essere anche il momento di cambiare. Poi la loro presenza in questi anni ha caratterizzato anche questa piazza, ma faremo un bando e semmai il vincolo sarà di ripiantarle da qualche altra parte».

Nel clou delle polemiche, a circa un mese dalla comparsa delle aiuole esotiche, scattò anche un giallo, tre palme furono bruciate nella notte e scattò la caccia al vandalo, la polizia locale esaminò ore di registrazioni delle telecamere installate sulla piazza, anche se alla fine si trattò della disattenzione di un giovane che si era acceso una sigaretta.

Palme e banani non mancheranno a De Corato, ora assessore regionale alla Sicurezza, che cinque anni dopo è rimasto sulla vecchia posizione. «Forse Sala ha finalmente intuito che le piante che campeggiano nella piazza più importante non rappresentano adeguatamente la città ma sono piuttosto evocativi della presenza di immigrati africani ai quali il centrosinistra ha spalancato le porte, senza andare per il sottile tra clandestini e regolari -ha affermato ieri -. La scelta ha suscitato fin da subito critiche e polemiche. Ora Sala parla di un nuovo bando che preveda un'alternativa alle piante tropicali, alla buon'ora». Aggiunge che assistere ieri alle celebrazioni della Festa della Repubblica «con il tricolore e le autorità posizionate sullo sfondo di questa specie di foresta dei Tropici è stato fuori luogo, uno schiaffo ai milanesi».

Chissà, domanda De Coraro, «se il sindaco vorrà ripiantare le palme in piazza Selinunte a San Siro, una delle zone più critiche tanto che viene definita la casbah di Milano?».

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