È durata un mese la riduzione del superticket varata dalla Regione e impugnata dal governo Gentiloni. Chi da oggi prenoterà prestazioni ed esami, tornerà a pagare fino a 30 euro e non più fino a 15 euro come è accaduto per chi ha prenotato fino a ieri. Nel corso del mese di febbraio sono state 230mila le prestazioni richieste con le tariffe ridotte, ma da oggi si torna ad applicare per intero il superticket introdotto dal governo Monti.
Qualche esempio può essere utile per capire che cosa cambia, almeno per alcuni esami. La colonscopia, che fino a ieri costava 36 euro più 15 di superticket, per un totale di 51 euro, da oggi ne costa 36 più 22,8 di superticket, per un totale di 58,8 euro. Leggero ritocco per l'ecografia all'addome superiore: costava 36 più 15 euro, ovvero 51 euro, da oggi sale a 51,30 euro. La Tac al torace (il valore della prestazione è di 102,93 euro) vede il raddoppio del superticket. Si va dai 36 euro più 15 (totale 51) ai 36 più 30, per un totale pagato dal cittadino di 66 euro. Infine, la risonanza magnetica alla colonna, che vale 147,56 euro. Fino a ieri si pagava 51 euro (36+15), per chi prenoterà da oggi il costo sarà di 66 euro (36 più 30 di superticket).
Sono alcuni effetti della delibera con cui la giunta Maroni, dopo l'impugnativa da parte del governo Gentiloni della legge di bilancio della Lombardia, ha ritirato la riduzione dei ticket. La Regione il 31 gennaio scorso aveva appunto dimezzato il valore del superticket per ricette di valore superiore ai 51 euro portandolo a 15 euro dai 30 precedenti, considerando «una logica perversa» della legge di stabilità 2007 che la riduzione del ticket potesse avvenire solo in presenza di manovre alternative di contribuzione a carico dei cittadini.
La spending review del 2012 - secondo le proteste della Regione - individuava, per compensare la riduzione del fondo, oltre al ticket aggiuntivo, altre misure quali l'efficientamento del sistema e l'appropriatezza delle attività erogate. L'interpretazione della norma non è stata però considerata valida dal governo Gentiloni, che nella seduta del consiglio dei ministri del 23 febbraio scorso ha impugnato la legge di bilancio della Regione Lombardia, ritenendo che per la riduzione del superticket non ci fosse copertura finanziaria, ovvero quell'invarianza di gettito strettamente richiesta dalle legge di stabilità 2007. La conseguenza è stata che il sistema lombardo, in pareggio da 14 anni, non ha potuto ridurre i costi diretti a carico dei cittadini.
La delibera è stata sospesa perché, come ha spiegato il presidente della Regione, Roberto Maroni, l'eccezione di costituzionalità posta dal governo potrebbe comportare il rischio di incorrere nella fattispecie del «danno erariale» da parte degli amministratori regionali, nel caso in cui l'eccezione posta dal governo dovesse esse accolta dalla Consulta.
L'incontro di ieri tra Maroni e Gentiloni ha aperto qualche spiraglio per il futuro.
La speranza del presidente della Regione, dopo il colloquio con Gentiloni, è che il governo ritiri l'impugnativa e che nel giro di una settimana possa essere fissato un incontro al ministero delle Finanze perché quest'apertura del presidente del consiglio diventi concreta.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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