Adesso Sala si mette in ferie «Capirò se sono un danno»

I suoi dubbi negli incontri con giunta, prefetto e partiti «Ho firmato centinaia di atti e questo non lo ricordo»

(...) sottoporgli una richiesta politica, ma irricevibile dal punto di vista tecnico, gli ha comunicato la decisione di allontanarsi dall'incarico per il tempo di chiarire la propria posizione. In buona sostanza sarà come un periodo di ferie, peraltro pagate, come è previsto dallo Statuto del Comune. «Ritengo - ha scritto nella lettera inviata dopo l'incontro col prefetto al presidente del Consiglio comunale Lamberto Bertolè, alla Scavuzzo e alla vicepresidente del Consiglio metropolitana Anna Censi che dovrà assumere a propria volta le deleghe di Sala nell'ex Provincia - che l'attuale situazione determini per me un ostacolo temporaneo a svolgere le funzioni e pertanto, sarò sostituito» dalle due vice «nell'esercizio. La mia assenza è motivata dalla personale necessità di conoscere, innanzitutto, le vicende ed i fatti contestati. Pertanto fino al momento in cui mi sarà chiarito il quadro accusatorio, ritengo di non poter esercitare i miei compiti istituzionali. La prossima settimana mi presenterò in Consiglio comunale e della Città metropolitana per riferire in merito».

Dopo il «terremoto» di giovedì sera, Sala ieri mattina entra presto a Palazzo Marino e parla prima con i collaboratori più stretti. Poi vede i capigruppo e segretari della maggioranza (Pd, Sinistra x Milano, Radicali). Uscendo da Palazzo Marino, davanti alle telecamere che assediano il Comune, fanno quadrato. Il secondo passaggio è con la giunta, il sindaco vuole comunicare anche a loro prima di parlarne con il prefetto le proprie mosse: Roberta Guaineri, avvocato, chiarisce anche tecnicamente ai colleghi che Sala non ha condanne a carico e non può chiedere un'autosospensione, il suo può essere solo un segnale politico. E Sala fa capire che dovrebbe portare la magistratura ad accelerare i tempi, a sentirlo prima dei sei mesi richiesti per le indagini. «Non sarà una sospensione lunga» confida, lo ripete più tardi ai capigruppo. La linea agli assessori è di non annullare nessun impegno istituzionale (lui rinuncerà invece all'invito a Betlemme il 24 dicembre e alla visita nei comuni terremotati il 27) e votare il Bilancio preventivo per il 2017 entro fine anno come era stabilito per avviare prima possibile gli investimenti del piano «Fare Milano», lanciato in pompa magna solo lunedì scorso. «Al momento l'unico atto formale depositato in Procura è la richiesta di archiviazione dell'indagine sulla Piastra, non ci sono accuse di nessuna natura ma una richiesta approfondire le indagini, non esageriamo coi fatti» è la linea dell'assessore Pd Carmela Rozza usata anche dai colleghi davanti alle tv. Tra il colloquio col prefetto e il tavolo coi capigruppo, Sala fa due passi in Galleria, beve un caffè da Marchesi. Rientra in ufficio per affrontare anche l'opposizione.

E ripete di aver «bisogno di fare mente locale, ho firmato centinaia di atti da commissario Expo e quello che viene contestato giuro che non me lo ricordo. Sarà una pausa non lunga, come se fossi in ferie o all'estero». Ma cita la legge Severino. E l'esigenza di capire se la sua presenza «potrà essere ancora un bene».

Chiara Campo

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