Il rimpatrio dell'aggressore della Guinea che nei giorni scorsi ha ferito un poliziotto in stazione Centrale «era un atto dovuto, però apre ad altre riflessioni» ha contestato ieri il sindaco Beppe Sala. «La mia personale - ha proseguito - è: se fosse stato un italiano, cosa avrebbe potuto fare nel momento in cui è uscito dal carcere? Non è pensabile che dopo due giorni un fatto del genere una persona ritorni in libertà». Il problema «c'è ed è quello delle regole della giustizia, che sono regole che evidentemente non vanno bene. Poi segnalo che un rimpatrio del genere è costoso, 15 mila euro, deve ess. Quindi atto stradovuto però riflettiamo: bene che si è intervenuti rapidamente, ma riflettiamo anche sulle norme. Non è pensabile che dopo due giorni dopo un fatto del genere una persona ritorni in libertà», ha concluso. Il capogruppo del Movimento 5 Stelle Simone Sollazzo provoca: «Ha ragione Sala quando dice che il problema riguarda le regole della giustizia, regole che evidentemente non vanno bene. E per una volta, siamo assolutamente d'accordo con lui.
Ma la valutazione che consente al giudice in modo discrezionale e preventivo di non applicare la misura della custodia cautelare in carcere, se prevede che in carcere non finirà mai, è stata approvata nel 2014 proprio dal governo Pd».
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