Philippe Daverio, critico d'arte.
Certo che ho un sogno nel cassetto per Expo. Riestetizzare la città attraverso la trasformazione dell'equilibrio tra il suo centro, la periferia e l'area agricola. Così mi piace immaginare che si intervenga affinché l'agricoltura entri nell'area cittadina, che vi penetri dentro, nell'ottica del chilometro zero.
L'asparago milanese, la gallina milanese, il gorgonzola fatto con l'erba della marcita: che arrivino qui! A un chilometro zero dalla periferia, che in questo modo risorgerebbe in una nuova quanto antica dimensione estetica; in questo modo si verrebbero a creare anche posti di lavoro grazie ad un modo di coltivare che oggi dà origine a un'agricoltura di tipo intensivo, mentre domani dovrebbe diventare specialistico.
Lancio una parola d'ordine, uno slogan molto milanese e diciamo «geniale» per Expo: «Viva la vite di Leonardo in corso Magenta!», quel vitigno che il nostro genio giocondo volle vicino a sè.
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