«La commissione d'inchiesta è stata chiesta in consiglio e io non ho nulla in contrario. Non abbiamo niente da temere o da nascondere, siamo stati noi a sollevare il velo dai conti dell'Aler». Queste le parole del governatore Roberto Maroni ieri in aula dove ha comunicato gli esiti del rapporto della società di revisione contabile Bdo che ha ultimato la radiografia dell'ente che gestisce le case popolari. Trecento pagine da affidare al presidente del consiglio Raffaele Cattaneo e alla commissione presieduta da Alessandro Sala (Lista Maroni) e da cui è risultata una situazione finanziaria e gestionale disastrosa. Tanto che lo stesso Maroni ha ammesso che ora «serve una cura shock». Perché è vero che «l'Aler ha una funzione sociale» e proprio perciò «non può avere i bilanci in attivo», ma questo non è tuttavia compatibile con la voragine di bilancio che si è scoperto avere dimensioni paurose. Tanto che l'appena nominato direttore generale di Aler Milano Raffaele Tiscar ha già rassegnato le sue dimissioni e il governatore Maroni ha annunciato una task force che dovrà presentare un piano straordinario. Massimo due o tre anni per «valorizzare il patrimonio, ridurre l'indebitamento bancario e le morosità, recuperare i crediti dell'azienda, migliorare la gestione economico-finanziaria e il servizio».
Per quanto riguarda le principali criticità emerse dal Rapporto su «una delle più grandi immobiliari pubbliche d'Europa, con un patrimonio di 72mila unità immobiliari, distribuito su Milano e 159 comuni della provincia per alloggiare 105mila persone», Maroni ha segnalato che la posizione finanziaria netta data dal differenziale tra debiti e crediti, risulta negativa per 345 milioni. Con un debito scaduto verso i fornitori che di 61 milioni, di cui 44 da oltre 90 giorni, mentre i crediti vantati verso gli inquilini (esercizio 2012) ammontano a 243 milioni, non tutti ancora esigibili. Il valore stimato (fatturato previsto) dai canoni sociali che Aler dovrebbe riscuotere è di 122 milioni di euro all'anno mentre il tasso di morosità sui canoni sociali (valori 2012), si attesta al 27,5 per cento del fatturato. Sempre dalla relazione emerge che il fabbisogno finanziario per la manutenzione del patrimonio edilizio (ordinaria e straordinaria, oltre che bonifica amianto), sulla base di una stima predisposta da Aler, «ammonterebbe a 972 milioni di euro» che, considerando gli ulteriori oneri quali spese per competenze tecniche, spese di allacciamento, Iva ed imprevisti, «risulterebbe complessivamente pari a 1 miliardo e 264 milioni».
«La nostra denuncia - replica l'assessore Paola Bulbarelli - è iniziata a luglio con la relazione del presidente Maroni e la massima trasparenza è continuata con la relazione in consiglio. Solo noi abbiamo avuto la forza e il coraggio di togliere il coperchio a una pentola piena di numeri drammatici come quelli che la due diligence ci ha fornito. Ho sentito troppi lo sapevo già. Chi sapeva perché non si è mosso prima? Perché ha lasciato che Aler cadesse nel baratro?».
Sul fronte direttori generali, invece, Maroni parla di «segnare una netta discontinuità con il passato, non ho interesse a riprendere persone che hanno gestito Aler nel modo che abbiamo visto».
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