Ambrogini, applausi antimafia Ma la sinistra snobba i pro-vita

Ambrogini, applausi antimafia Ma la sinistra snobba i pro-vita

Un applauso lunghissimo e sentito, seguito dalla standing ovation. Così è stato accolto dalla sala gremita del teatro dal Verme l'Ambrogino a Denise Cosco, la figlia di Lea Garofalo, testimone di giustizia uccisa dalla Ndrangheta, per il suo impegno nella lotta alla mafia. A ritirare il premio al suo posto - Denise è sotto protezione - Marisa Fiorani madre di Marcella Di Levrano uccisa dalla Sacra Corona Unita negli anni Novanta. «Ha sconfitto la cultura mafiosa che era radicata nella sua stessa famiglia, seguendo l'esempio della giovane mamma», la motivazione. «Ha scelto Milano come luogo dei funerali della madre, in quanto città costituitasi parte civile nel processo, riconoscendo così ai milanesi un primato di sensibilità e impegno contro la criminalità organizzata». È stato accolta con freddezza dal centrodestra la Medaglia d'oro a Nando Dalla Chiesa figlio del generale ucciso da Cosa Nostra nell'82 e presidente onorario di Libera. Un simbolo della lotta alla mafia e un esempio di capacità imprenditoriale tipicamente meneghina anche il fondatore dell'Antica Focacceria San Francesco.
Grandi applausi anche a Paola Bonzi, la fondatrice del Centro di Aiuto per la Vita della Mangiagalli. Un premio sostenuto da un migliaio di firme raccolte sul web e accompagnato dall'endorsement di Alessandra Kustermann, direttrice dell'Unità di pronto soccorso ostetrico e ginecologico della Mangiagalli e dai radicali Marco Cappato e Lorenzo Strik Lieverse, ma contestato durantemente da Sel che l'aveva definito «un insulto» e «un'offesa». Le uniche a non battere le mani la capogruppo milanese di Sel Patrizia Quartieri e la capogruppo della lista Sinistra per Pisapia la femminista Anita Sonego. Così non è stato applaudito da Igor Iezzi della Lega e Marco Osnato capogruppo di Fratelli d'Italia, Carlo Smuraglia, presidente dell'Anpi candidato dal sindaco. Diversa la reazione della sala che ha applaudito con entusiasmo.
Uniche deboli contestazioni per l'attestato al programma radiofonico «La zanzara». «Sono arrivato a Milano da Roma - racconta Giuseppe Cruciani - quindici anni fa. Ero un semplice redattore, e questa è la dimostrazione di come un romano può diventare qualcuno anche qui». «Oggi siamo tutti milanesi - dice il sindaco - Milano è un luogo straordinario dove è ancora possibile realizzare se stessi e farlo non contro, ma a servizio degli altri. C'è una storia, oggi, che vi voglio raccontare. La storia di Camilla, una bambina di nove anni, già una vera milanese. Camilla ha visto alla televisione quello che è successo in Sardegna e non ha solo pensato “come sono fortunata”.

Ha pensato che doveva fare qualcosa. E così ha raccolto tutti i suoi giocattoli li ha messi in una scatola e li ha mandati in Sardegna. Ai bambini come lei, che i loro giocattoli li hanno persi tutti. Ecco. Sono - siamo – orgogliosi di Camilla».

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