Si infittisce il mistero Ambrosoli. Umberto, figlio dell'Eroe Borghese, dopo aver inizialmente declinato la proposta di candidarsi alle primarie del centrosinistra per le regionali, forse ci ripensa. Cosa sia cambiato da quel «mancano i tempi per il progetto» al suo «parlerò tra qualche giorno anzi meglio tra una settimana», non si sa. Sta di fatto che mentre i vertici del centrosinistra lombardo presentavano le regole per le primarie, a pochi chilometri di distanza due candidati alle primarie lo raggiungevano nel suo studio per cercare di incassare il suo sì. Ma la risposta non è delle più promettenti: «Per motivi personali scioglierò ogni dubbio soltanto a fine novembre». Inutile chiedergli quali fossero i motivi personali e soprattutto se si sia reso conto che in quel periodo le primarie saranno già in corso. Ambrosoli non risponde. A questo episodio, dicono a Palazzo Marino, se ne affiancano altri. Il primo no, quello del 21 ottobre, sarebbe dovuto alla scarsa portata politica dei richiedenti: il coordinatore regionale del Pd Maurizio Martina e il sindaco Pisapia. Ambrosoli si sarebbe aspettato un'incoronazione a livello nazionale. Un conto è vedere Martina, un altro Bersani. Risposta di comodo: «Mancano i tempi, grazie lo stesso». Dopo qualche giorno si rifanno vivi, ma questa volta da Roma. E avrebbero chiesto aiuto a Ferruccio De Bortoli. Ambrosoli ha bisogno di garanzie. Un giornale a sostegno e, secondo i maligni, un paracadute parlamentare in caso di sconfitta. Non proprio un candidato di ferro. Qualcuno dal centrosinistra fa sapere che forse sarebbe stato più opportuno puntare su qualcun altro, capace di dire sì al primo colpo senza tentennamenti.
Pisapia, intanto, arde dal desiderio di rendere le primarie una pura formalità con un candidato unitario. E il rischio è che se Ambrosoli dovesse dare alla fine forfait, il centrosinistra finirebbe nel caos. Perché i candidati sorgono come funghi, tutti pronti a fare un passo indietro di fronte ad Ambrosoli ma pronti a scannarsi l'un con l'altro. Intanto Martina sembra l'unico disposto a parlare: «Preferisco non commentare il fatto che Ambrosoli abbia chiesto altri giorni per pensare. Ognuno ha il suo carattere. Certo è che i tempi per le primarie sono questi e non possiamo di certo cambiarli. Resto fiducioso sul fatto che il nostro progetto di un patto civico, allargato al mondo della cultura e delle professioni, riscuota sempre più consensi in Lombardia».
Intanto il consigliere regionale del Pd Giuseppe Civati è «pronto da sei mesi» a raccogliere le firme per le primarie, ma dice di dover riflettere perché «il problema non è burocratico, ma politico ed è grande come il Pirellone». Civati critica le parole del sindaco Giuliano Pisapia che, in un'intervista al Corriere, ha parlato dell'ipotesi che la presenza di un candidato forte come Ambrosoli superi le primarie.
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