Ambrosoli volta le spalle ai «padrini» e porta i candidati in ritiro sui monti

Non un monastero ma un complesso alberghiero ospiterà per tre giorni il ritiro degli Ambrosoli-boys in Val Brembana. Il candidato presidente del centrosinistra in Regione e i candidati civici nelle 12 province, dal 25 al 27 gennaio si «alleneranno» tutti insieme per la campagna. Ammesse le mogli, precisa subito a chi ironizza su massaggi e jacuzzi, altro che training di politica per chi è nuovo del mestiere. E Ambrosoli ieri presentando il simbolo (la figura della Lombardia verde su sfondo bianco) e i capilista ha sottolineato che criterio nella scelta dei 79 candidati è proprio «l'estraneità al mondo dei partiti, non perché lo disprezziamo ma perché vogliamo portare un contributo nuovo». Il Pd incassa. Formazione e sponsor che fanno scattare un deja vu della campagna arancione per Pisapia. Ambrosoli sabato alle 21 apre ufficialmente (come allora) al Teatro Dal Verme, sul palco la sfilata dei soliti noti: da Lella Costa a Umberto Eco a Roberto Vecchioni. I capilista? A Milano e provincia Lucia Castellano, l'assessore alla Casa del Comune morbida con gli occupanti abusivi (i centri sociali già la rimpiangono). A Monza e Brianza la 31enne Valentina Morelli, professionista di comunicazione istituzionale attivissima nel 2011 sugli eventi di Pisapia. A Lecco capolista Marco Deriu, docente della Cattolica e relatore dell'associazione «Sulleregole» di Gherardo Colombo, a Brescia l'ex segretario Cisl Renato Zaltieri, a Como Darko Pandakovic, 68 anni, paesaggista e consulente Unesco. A Pavia Giulia Cometti, a Varese Andrea Calori, Bergamo l'ex sindaco Roberto Bruni, Carlo Maria Belfanti a Mantova. Ne mancano ancora tre. Ed è quasi chiusa la lista milanese. Tra i nomi: il presidente di Epam Alfredo Zini, Daniela Mainini, nominato membro del Comitato anticontraffazione dall'allora governo Berlusconi («accogliamo delusi del centrodestra»), Eleonora Montani, docente di criminologia della Bocconi, Jhonny Dotti (Welfare Italia), Andrea Boitani «un'autorità nell'ambito dei trasporti» (seguiì l'attuazione del contratto di servizio tra Comune di Roma e Atac). A Brescia correrà Maddalena Botta della Banca d'Italia. Ambrosoli non dà percentuali ma vuole «dai 4 ai 6 consiglieri». Monti con Albertini? «Io non ho bisogno di tutori».
E stringe sui nomi da piazzare in aula il Pd: oltre ai consiglieri uscenti non candidati a Roma (Pizzul, Cavicchioli, Borghetti) il partito punta su Onorio Rosati, Fabrizio Vangelista, il sindaco di Rozzano Massimo D'Avolio, Arianna Censi, Pietro Bussolati. E Pisapia alle prese col rimpasto sta facendo i «colloqui» agli assessori e a due papabili city manager per sostituire Davide Corritore che punta al Bilancio con l'uscita di Tabacci. Il vicesindaco Guida lascerà ma pare non basti il posto da capolista alla Camera del Centro democratico.

Verso la giunta la renziana Scavuzzo e la capogruppo Pd Rozza, ma le deleghe dipenderanno dalla «revisione generale» che il sindaco intende mettere in atto, «sto esaminando - conferma - il lavoro svolto dagli assessori». A breve sapremo i promossi e bocciati.

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