Nel nostro Dna si nasconde uno spartito musicale. Anzi 23mila, tanti quante sono le differenti proteine che abitano in ogni cellula. Paolo Soffientini, ricercatore di proteomica all'Ifom-Istituto Firc di Oncologia molecolare di Milano, doppia professione di scienziato e batterista, da due anni è al lavoro per svelarli e farceli ascoltare. Perché «le proteine sono melodia», spiega il biotecnologo.
L'idea è stata incrociare l'alfabeto della musica con quello del codice della vita: a ciascuna lettera del genoma viene abbinata una nota, in modo tale che ogni gene, e quindi ogni proteina, possa diventare un suono. Mescolandone diversi si ottiene un brano, poi un altro ancora e potenzialmente infiniti altri: le «canzoni del Dna». Ne è nato un progetto, «Prote In Music» che fa da colonna sonora alla mostra «Imagine» allestita fino a martedì all'Ifom. In un ambiente immersivo «sound and vision», chi la visita potrà capire che «scienza e arte non potrebbero essere più vicine» - come recita il sottotitolo dell'esposizione - ammirando un centinaio di opere. Sono proiezioni gigantografiche che alternano immagini fisse ad altre in movimento, ricavate partendo da ciò che i camici bianchi vedono quando osservano la vita al microscopio.
L'estetica dell'imaging, «la tecnica via via più sofisticata che ci permette di
descrivere sempre più nel dettaglio quello che succede dentro ogni cellula e che è la più affascinante da un punto di vista artistico», conclude il fisico Dario Parazzoli, coordinatore dell'Imaging Lab dell'istituto Ifom.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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