Cronaca locale

Un anno al via di Expo 2015 vale l'abbraccio tra Pisapia e la Moratti

Il concerto di Bocelli dà inizio al conto alla rovescia Da Squinzi alla Bracco, folla di vip. Il primo maggio 2015 l'Esposizione universale aprirà i cancelli per sei mesi portando il mondo a Milano

Un anno al via di Expo 2015 vale l'abbraccio tra Pisapia e la Moratti

Buona la prima. C'è tanta Milano a dare il via al countdown verso Expo. Anche E c'è anche Letizia Moratti che sei anni fa esatti nella notte di Parigi festeggiava la vittoria su Smirne ballando un indiavolato boogie-woogie con un diplomatico africano. «Spero che sia un grande evento che riporti speranza e occupazione». Una giornata di festa, ma anche di veleni quella che ha fatto scattare il conto alla rovescia verso l'Expo che aprirà i cancelli il Primo maggio del 2015. Perché a non tornare sono ancora una volta i conti, come è costretto a far notare ancora una volta il governatore Roberto Maroni. «Ho consegnato l'elenco con i provvedimenti da prendere e le risorse che deve mettere il governo lo scorso 4 di marzo e l'ho ribadito al premier Matteo Renzi l'11 aprile quando è venuto a Milano, ma finora zero risposte e zero attenzione».

Preoccupato anche il commissario Giuseppe Sala. «Il mio problema è il solito, i fondi della Provincia». Quei 60 milioni di euro che Palazzo Chigi si era impegnato a mettere per coprire l'uscita di scena di un socio ormai destinato all'eutanasia e quella task force promessa per snellire le procedure burocratiche. «La settimana prossima» promette ancora una volta il ministro Maurizio Martina. Con il sindaco Giuliano Pisapia che torna a ripetere il mantra dell'evento, «dobbiamo correre» e poi abbraccia la Moratti siglando dopo anni la pace.

Ma the show must go on. E allora grande festa ieri nell'avvenieristica architettura di piazza Gae Aulenti con la diretta Rai, la presentazione di Antonella Clerici e la voce ormai mondiale di Andrea Bocelli che ha cantato un Fratelli d'Italia da brivido e poi «La forza del sorriso», l'inno di Expo scritto a quattro mani con Andrea Morricone, il figlio del maestro Ennio. Ad accompagnarlo i sessanta elementi dell'orchestra Rai. Nemmeno la prevista telefonata in diretta all'interno del collegamento con il Tg1 per Renzi che ci sarebbe dovuto essere, ma è stato trattenuto a Roma da altri impegni. Sul palco lo chef Davide Oldani che per Expo crea con zafferano e riso, don Gino Rigoldi, Demetrio Albertini ed Enrico Bertolino.

Tra i vip il commissario del Padiglione Italia Diana Bracco, l'ad di Hines Manfredi Catella che tra queste torri è un po' il padrone di casa, l'ad del Milan Adriano Galliani che già pensa allo stadio iper moderno da costruire a Epxo finita ("se ne sta occupando Barbara Berlusconi") e il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi che dopo l'Expo vede «una Milano olimpica». E poi Kakà ambasciatore Fao ed Hernandez per la sponda nerazzurra. Nella piazza le bilance dell'iniziativa «Più siamo, più pesiamo» con la quale Coop ed Eataly si impegnano a donare al Banco alimentare derrate equivalenti a tutti gli spettatori che si sono pesati.

Cibo da offrire a quattro milioni di persone che in Italia vivono sotto la soglia della povertà. Un buon inizio per declinare lo slogan «Nutriamo il pianeta, energia per la vita»

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