"Anziani, aria, digitale e via la burocrazia. Così batteremo Sala"

Il capogruppo di Fi anticipa il programma. "I nomi li abbiamo. Scegliamo senza fretta"

"Anziani, aria, digitale e via la burocrazia. Così batteremo Sala"

Fabrizio De Pasquale, capogruppo di Forza Italia in Comune. E quindi dopo vari rinvii Beppe Sala ha annunciato il bis, se lo aspettava?

«È stata una ricandidatura sofferta, sembrava che fare il sindaco non lo appassionasse più molto. E non mi sembra lo spirito giusto per affrontare 5 anni di rilancio della città».

Sala ha ammesso che sarà una campagna «per nulla scontata».

«Ricordiamoci che nel 2016 ha vinto per pochissimi voti e arrivava dal successo di Expo, sembrava impossibile che il nostro sfidante potesse arrivare così vicino con pochi mesi di campagna. E anche dopo non ho sentito a sinistra lo stesso entusiasmo che c'era per Pisapia: quindi sì, il finale non è affatto scontato».

Vi serve uno sfidante, a che punto siamo? Il vertice dei big a Roma potrebbe essere risolutivo?

«Non facciamo l'errore di farci dettare i tempi da Sala, è molto più importante che i nostri leader facciano valutazioni ponderate su curriculum, capacità comunicativa, visione politica dei candidati piuttosto che scegliere di corsa un nome per mettersi in pari. Peraltro, se uno ad esempio ha una grossa azienda e accetta di mettersi in gioco deve mollare tutto per la campagna, non possiamo costringere ad abbandonare le attività private per 6 mesi. Niente di male se presentiamo il nome a gennaio».

Un esempio a casaccio o ci sono nomi ancora top secret?

«La rosa è più ampia, la stampa non ha ancora scoperto tutti i nomi..».

Parliamo di quelli noti allora, come Rasia Del Polo, Marangoni, Dallocchio. Sono competitivi?

«Alcuni li conosco altri no, si è deciso che la sintesi la faranno i big. Intanto sottolineo che il centrodestra ha dimostrato capacità di dialogo con pezzi importanti della società, come il mondo accademico o delle pubbliche istituzioni. Gli avversari forse non lo davano per scontato. Dobbiamo puntare su una persona come il sindaco di Genova Marco Bucci: non particolarmente attivo su Instagram, con la passione di controllare in prima persona i dossier e senza ambizioni nazionali dal primo minuto».

Viene tirato ancora in ballo Paolo Del Debbio come nel 2016.

«Sarebbe perfetto, conosce il Comune e la città, ma bisogna anche rispettare le persone che non se la sentono e cortesemente rifiutano. Chi si candida contro la sinistra in questo momento subisce radiografie non da poco, noi non abbiamo mai sottoposto a linciaggio mediatico Sala anche quando era sotto inchiesta per Expo, mentre è sotto gli occhi di tutti cosa succede contro Fontana e Gallera».

Rischia di essere una campagna senza tour nei mercati e comizi. Vi preoccupa la scelta di un volto della società civile poco noto ai milanesi?

«Sala è già noto, ma può essere un vantaggio o uno svantaggio: non può nascondere 5 anni di risultati mancati. E ora non sembra comprendere la catastrofe che si è abbattuta su settori trainanti della città, dovrebbe scontare mesi di affitto a negozi e ristoratori in crisi, votare tagli di tasse, se saltano queste attività è un danno per la comunità. C'è molta rabbia e voglia di cambiamento in città. Poi Forza Italia, Lega e Fratelli d'Italia sono in grado di parlare a cattolici e laici, a partite Iva e dipendenti pubblici, centro storico e periferie, lo sfidante avrà nei partiti lo strumento per entrare velocemente in contatto con la società».

Sala ha detto che punterà su trasformazione ambientale e innovazione. Voi?

«Per noi servirà un assessorato agli anziani e grande digitalizzazione, dovremo smontare i regolamenti con cui la sinistra ha aumentato la burocrazia e rallentato ancora i tempi di risposta ai cittadini.

E a differenza della sinistra vogliamo raggiungere l'obiettivo aria pulita incentivando il ricambio di auto e caldaie, senza creare ciclabili sulle grandi arterie del traffico. La città vive di mobilità, è impensabile che tutti siano costretti a spostarsi in bici o monopattino».

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