Da Arlecchino a Clitemnestra I teatri ora riscoprono il mito

Classici: antichi o moderni, rappresentati in chiave filologica oppure liberamente interpretati, ma pur sempre classici. I palcoscenici milanesi offrono questa settimana un ampio ventaglio di spettacoli-cardine del teatro universale. Le tragedie reinterpretate Debuttano questa sera al Carcano Le Troiane di Euripide nell'allestimento di Marco Bernardi. «Per realizzare questo spettacolo ho lavorato su tre piani diversi - afferma il regista e direttore del Teatro Stabile di Bolzano - un primo livello storicizzato e metafisico, emblematizzato dalla presenza degli dèi e dalla citazione della statuaria ellenica; un secondo ambito, che invece allude alla modernità senza però stravolgere il testo; infine una rottura del flusso narrativo determinata da alcune videoproiezioni di frammenti di cronaca contemporanea». All'insegna di una rilettura contemporanea dei testi non solo di Euripide, ma anche degli altri due grandi tragediografi, Eschilo e Sofocle, è pure Clitemnestra, in cartellone al Verdi fino al 6 dicembre. In questo spettacolo, Renata Coluccini e Marco Di Stefano collocano tre eroine dei più feroci miti classici - Elettra, Cassandra e Clitemnestra - in un algido spazio bianco, un non-luogo in cui la violenza che hanno subito sembra decantarsi.
Una fiaba classica Si sa che le fiabe hanno un legame sotterraneo e profondo col mito. Persino Pollicino, il racconto di Charles Perrault che fin dal nome evoca un senso di tenerezza, possiede un retroterra narrativo arcaico e crudele che Buchettino - lo spettacolo della Societas Raffaello Sanzio in programma al Parenti fino al 2 dicembre - allo stesso tempo evoca e disinnesca grazie a un singolarissimo impianto scenico. Nella rilettura di Chiara Guidi, la favola di Perrault diventa infatti un gioco mimico-vocale di gesti e rumori che scuote, allarma, ma che crea anche un inaspettato senso di intimità fra gli spettatori.
Due classici contemporanei Arlecchino è tradizionalmente una maschera bergamasca, ma da quando Giorgio Strehler ha allestito il suo Arlecchino servitore di due padroni è anche molto ambrosiana. Il capolavoro che ha debuttato al Piccolo 65 anni fa torna fino al 2 dicembre sul palcoscenico di via Rovello, interpretato dall'inossidabile Ferruccio Soleri, insignito nel 2010 del Guinnes World Record per «la più lunga performance di teatro nello stesso ruolo». L'Arlecchino strehleriano è un vero classico del teatro del'900, come mettono in luce anche le fotografie che Masiar Pasquali ha dedicato a Soleri e alla sua compagnia, raccolte in una mostra che inaugura questa sera alle 19 nel foyer del Piccolo Teatro Grassi.

Al pari di Strehler, solo un altro protagonista del teatro italiano del '900 ha creato veri e propri classici: Eduardo De Filippo. Del grande drammaturgo napoletano, il figlio Luca porta in scena fino al 6 dicembre La grande magia: manco a dirlo al Piccolo, sul palcoscenico intitolato a Strehler.

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