«Non sarà un evento blindato» assicurano uno dopo l'altro i rappresentanti delle istituzioni impegnate nella visita di Papa Francesco a Milano. Al contempo, però, le misure di sicurezza saranno consistenti durante la giornata del 25 marzo, proprio perché fedeli e cittadini interessati possano godersi in tranquillità i vari momenti della visita. In particolare l'Angelus in piazza Duomo e soprattutto la Messa nel parco di Monza, che sarà l'appuntamento più importante aperto a tutti. A Monza ci saranno sette punti di accesso alla Messa e tutti con i metal detector, come accade in Duomo a Milano o in piazza San Pietro a Roma.
Il lavoro vede in prima linea Comune e Regione, oltre che il sindaco di Monza e le donne prefetto delle due città. Le misure sono state illustrate durante una conferenza stampa in Arcivescovado. È il presidente della Regione, Roberto Maroni, ad aprire gli interventi: «Siamo in attesa della visita del Papa. C'è grande lavoro di squadra tra tutte le istituzioni per organizzare questo straordinario appuntamento. Come Regione Lombardia abbiamo avuto il compito di coordinare il piano Safety, che si occupa di sicurezza e servizi sanitari. Saranno coinvolti 1500 agenti, 1400 volontari a Milano e 1300 a Monza, oltre che 106 squadre pronte per ogni eventualità e gli uomini dei vigili del fuoco». Il sindaco, Giuseppe Sala, ha spiegato che sarà il centro di controllo e di coordinamento unico di via Drago, lo stesso di Expo, a lavorare per l'evento e che quel giorno saranno in servizio mille vigili urbani: «Il Papa decide di incontrare la poliforme comunità milanese con la sua comunità. Vogliamo metterci al servizio per far sì che la giornata milanese con il Santo Padre funzioni al meglio. L'attesa è fortissima e anche mia attesa personale lo è in pari misura. L'invito ai cittadini è di interpretare questa visita come una visita non blindata, perché il Santo Padre non ha questo tipo di abitudini».
Il sindaco di Monza, Roberto Scanagatti, ha ricordato che Monza sarà raggiungibile con treni e bus, anche se l'invito è a usare la bicicletta: «Non sarà una città blindata ma che saprà accogliere i pellegrini».
Il prefetto di Milano, Luciana Lamorgese, ha fatto una previsione sui numeri: «Seicentomila persone dovranno arrivare tra Milano e Monza. Sono coinvolti 1400 volontari della Protezione civile e 1800 volontari della Curia. Anche se avremo qualche disagio minimo, potremo godere della gioia di avere il Santo Padre. Non mi attendo né Milano né Monza blindate». E Giovanna Vilasi, prefetto di Monza: «L'attenzione alla sicurezza è molto elevata ma la città non sarà blindata. Ci saranno porte d'accesso per entrare al Parco di Monza».
È don Bruno Marinoni, moderator Curiae, a illustare numeri e attività della Diocesi: «Tutte le parrocchie movimentate sono 1100. Si possono rivolgere alle parrocchie non solo i fedeli ma ogni persona che vuole partecipare. La registrazione delle persone ci serve per monitorare i flussi, soprattutto per Monza. Arriverà anche un gruppo dalla Svizzera e saranno utilizzati tra i 2500 e i 3mila pullman». Quanto alla difficoltà di accesso a Monza, don Bruno Marinoni ne ha dato una giustificazione spirituale: «Il tragitto è già parte del cammino».
I costi complessivi, illustrati dal moderator Curiae, sono stati stimati in 3 milioni e 235 mila euro, mentre
le entrate, sempre a oggi, tra sponsor e donazioni, sono di 1 milione e 300mila euro. Il divario verà colmato dalla Diocesi. Per questo è arrivato l'appello ai cittadini: «fate una piccola offerta per accogliere il Papa».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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