Via le auto dal Castello e referendum sulle opere

Via le auto dal Castello e referendum sulle opere

La mini-rivoluzione in centro scatterà tra 108 giorni. Il sindaco si è dato un orizzonte breve, l'assessore alla Mobilità Piefrancesco Maran assicura che «sará un intervento low cost e “reversibile“, pronti a “smontare“ tutto e ripartire da zero se qualcosa non funziona». Di una pavimentazione ad hoc per ora non se ne parla. Magari in futuro se la chiusura di piazza Castello alle auto reggerá al test del traffico. Il progetto clou uscito dal conclave tra Giuliano Pisapia e maggioranza ieri all'Acquario civico é stata propria la pedonalizzazione dell'area davanti allo Sforzesco. Sará «car free» dal primo maggio, a un anno esatto dal taglio del nastro di Expo. E proprio in largo Beltrami sono in corso i lavori per l'Infopoint dedicato ai turisti in arrivo nel 2015. Già da maggio dunque non si passerá piú in macchina davanti alla fontana. Sarà chiuso al traffico il tratto tra le vie Quintino Sella e Minghetti, via Beltrami e via Ricasoli, che andranno a formare una nuova area pedonale da 15.800 metri quadri. Solo lievi interventi ribadisce Maran, che si ispira «al piano avviato nel 2009 dall'ex sindaco di New York Bloomberg per eliminare il traffico da Times Square» e fa appello «alla Milano creativa, se qualcuno vuole proporci panchine e arredo urbano di design è ora di farlo». Verrá creata una corsia riservata in Foro Bonaparte (all'incrocio con Lanza), un area posteggio per i bus turistici, il bus 57 arretrerà su Foro Bonaparte o piazza Castello, il tram 4 resterá attivo sul controviale e sarà consentito come ora il passaggio e la sosta sulle strisce gialle ai residenti. Le aree pedonali affossano l'estensione di Area C, seppure riproposta anche ieri dal radicale Marco Cappato (e bocciata platealmente dal presidente dell'aula Basilio Rizzo). La giunta punta adesso a un centro progressivamente pedonale, Maran sottolinea che oltre al Castello «nelle prossime settimane saranno aperte le nuove isole di piazza Liberty, piazza Pio XI e via Marconi». Cita piazza Leonardo Da Vinci già in parte chiusa, la zona di piazza Gae Aulenti pedonale, i lavori in piazza XXIV Maggio. Negativa la prima reazione di Confcommercio. La decisione «ci ha colto di sorpresa - rimarca il vicepresidente Simonpaolo Buongiardino - francamente non ne abbiamo mai parlato e faccio fatica a comprenderne la ragione. Tutto il traffico si scaricherá su Foro Bonaparte, un caos per cittadini e attività». Anche Fi con Fabrizio De Pasquale contesta: «Dalla sinistra solo iniziative trendy per il centro e trascura sicurezza e periferie».
Il conclave si è aperto con un intervento del sindaco, seguito dal segretario Pd Pietro Bussolati che ha «apprezzato la sua disponibilità a ricandidarsi sindaco nel 2016», poi Rizzo che la lanciato le «primarie per scegliere l'opera su cui investire i 65 milioni attesi dalla vendita di A2a». In pratica: il Consiglio sceglierà 4-5 opere o temi (dalle case popolari allo scolmatore per il Seveso) poi scatterà un referendum veloce tra i cittadini. Magari avesse funzionato così anche per l'aumento dei mezzi o della sosta: Pisapia riscopre la partecipazione popolare quando fa comodo.

La riunione, chiusa in largo anticipo, è diventata poi uno «sfogatoio» che ha costretto a riaggiornarsi su temi specifici: Sel ha fatto pressing su regolarizzazione del Leoncavallo e moschea, Cappato ha proposta la vendita di Sea, i presidenti di Zona chiedono tempi stretti per la creare le municipalità, con poteri e fondi certi ai Parlamentini. Periferie e case popolari tra i temi forti. «Abbiamo rafforzato la coesione della squadra» ha detto Pisapia. Ai consiglieri comunali e di zona ha chiesto di essere più presenti nei quartieri. Almeno loro.

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