Autori, editori e tortelli Alla fiera del libro la carica dei milanesi

Da Paolo Cognetti (Strega) a Ferruccio de Bortoli a Lella Costa: la cultura fa sold out

Antonio Bozzo

«Venghino signori, venghino alla gran fiera dei libri, avanti c'è posto». Difficile pensare al Festivaletteratura di Mantova (6-10 settembre) senza che si affaccino alla memoria le litanie degli imbonitori. Ma il Festival non è una fiera di paese. Non c'è kermesse culturale in Italia che non si ispiri ai fasti di Mantova, città con un format collaudato di eventi, ospiti, feste, incontri e tutto ciò che rende stimolante il mondo dei libri. Se in più ci mettiamo che Mantova è città d'arte, meta gastronomica tra le più frequentate (mai sentito parlare di tortelli con la zucca? di torta sbrisolona? di riso alla pilota?), non ci sono rivali. Questa è l'edizione numero 21; oltre 200 gli appuntamenti in vari luoghi della città, alcuni a pagamento; più di 90 gli incontri già sold out; molti gli spettacoli musicali e teatrali. L'abbondanza di temi e incontri - sulle prime può spaventare - è una ricchezza: si può vagabondare tra gli scrittori senza una meta precisa. E gli scrittori sono tanti. Anche evocati, come nella «Palestra letteraria» curata da Luca Scarlini; Gadda, Buzzati, De Amicis, Volponi, Arpino, Pratolini e altri saranno letti nelle loro pagine dedicate allo sport. Scrittori in carne e ossa, come il milanese Michele Mari e il romano Alessandro Piperno, parleranno il primo di «Leggenda privata» (il suo ultimo libro), Piperno di Philip Roth, gigante che ha appena confessato - a 82 anni - di non voler più scrivere. Da non perdere autrici come Teresa Ciabatti (finalista allo Strega) ed Elisabetta Bucciarelli. O la milanese Chicca Gagliardo, che spiega come diventare poeti, cavalcando pagine di Rilke e Dickinson. La milanesissima Lella Costa intervisterà una rivelazione dell'Est, Olia Savicevic, con il suo romanzo «Far West Croatia». E ci saranno, prese d'assalto dal pubblico, Francesca Cavallo ed Elena Favilli con «Le bambine ribelli». Il milanese Paolo Cognetti, premio Strega con «Le otto montagne» (in vetta alla classifica, ma non piace ai critici raffinati Gian Paolo Serino e Antonio d'Orrico), dialogherà con Folco Terzani: l'incontro, purtroppo, è tra quelli esauriti. Il vagabondo culturale a Mantova ascolterà anche Ferruccio de Bortoli, con il suo libro «Poteri forti (o quasi)», uno dei titoli di forza della nuova casa editrice milanese Nave di Teseo, fondata da Elisabetta Sgarbi, per anni al potere in Bompiani. Il milanese Luca Crovi, noto scopritore di talenti noir, parlerà della sua materia con scrittori ed esperti. Ci saranno anche due autori amatissimi: Marco Malvaldi (quello del Bar Lume) e Diego De Silva (quello dell'avvocato Malinconico). Si parlerà di Don Milani, con Vittorio Melloni; il Don Milani che l'anno scorso Walter Siti tirò in ballo nel romanzo «Bruciare tutto». E tutto il Festival sarà accompagnato da incursioni nella grande letteratura argentina, che vanta Borges, Lugones, Arlt, Soriano, Cortázar. Milano a Mantova fa la parte del leone.

Se non per gli scrittori, con le case editrici, visto che ospita le maggiori (Mondadori e Rizzoli, fuse insieme ma distinte nella produzione) e l'Adelphi, marchio di riferimento da molti anni - grazie a Roberto Calasso - dell'editoria di cultura.

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