Il «palo della luce 10/11» è diventato un incubo per migliaia di automobilisti. A quell'altezza di viale Fulvio Testi, dove il limite di velocità passa rapidamente dai 70 ai 50 all'ora, il Comune ha piazzato poco prima di Natale due autovelox «trappola» (uno per senso di marcia) che hanno scatenato polemiche e una gradinata di multe: 20.388 solo dal 12 al 31 dicembre, 49.822 tra gennaio e febbraio e quindi 70mila solo nei primi due mesi e mezzo di attività. C'è chi prima di ricevere a casa la notifica della prima sanzione ne ha collezionate una trentina, azzerando i punti sulla patente. Già intorno a marzo è nato su Facebook un «movimento» di protesta che si scambia commenti di rabbia e consigli su come evitare il salasso. La pagina «Multe Milano: viale Fulvio Testi-palo della luce 10/11» raduna circa 1.500 persone. Attraverso questo canale è nato un ricorso collettivo al Tar della Lombardia per chiedere l'annullamento (e la sospensione cautelare) della determina dirigenziale con cui l'11 dicembre il Comune ha adottato la misura. Il ricorso è firmato da 50 pendolari tartassati. Ma la giunta, che sostiene fin dall'inizio che l'impianto è segnalato con cartelli e grandi scritte sull'asfalto e che il limite è sempre stato di 50 km orari in quel tratto, ha già votato nella seduta del 18 maggio la costituzione davanti al Tar «e negli eventuali successivi gradi di giudizio» per resistere. I ricorrenti, è scritto nella delibera, «sostengono infondatamente che il Comune non si sarebbe attenuto alla normativa vigente e che del tutto inaspettatamente, senza preventiva idonea comunicazione ai cittadini, l'11 dicembre ha stabilito che dal 12 avrebbe provveduto al rilevamento elettronico della velocità» e «in assenza di idonea segnaletica per rendere gli automobilisti consapevoli che in quel tratto di strada vige il limite de 50 all'ora». Il Comune avrebbe poi «deciso di sanzionare in quel particolare tratto di strada per la quale vige invece il limite dei 70 km/h».
Solo dopo la notifica dei verbali «i ricorrenti si sono resi conto delle numerose infrazioni commesse in maniera reiterata e a cui consegue anche la riduzione della patente, chiedono che il Tar disponga l'immediata lo stop della determina adducendo il danno grave e irreparabile in ragione delle numerose sanzioni irrogate». Ma la giunta si difende: «Gli impianti insistono sul territorio urbano dove vige il limite dei 50 km/h e il Comune non ha lo mai elevato». E sostiene che «il numero delle multe si va normalizzando». Magra consolazione.
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