Cronaca locale

La baraccopoli davanti alla caserma della polizia. Ma la sinistra si gira dall'altra parte

Una baraccopoli in piena regola, senza servizi e in condizioni di degrado, sorge da tempo davanti alla caserma di via Cagni a Milano nell'indifferenza della sinistra

La baraccopoli davanti alla caserma della polizia. Ma la sinistra si gira dall'altra parte

Basta uscire di qualche chilometro dalla zona del Duomo, da Brera e dai Navigli per vedere l'altra faccia di Milano. Esattamente davanti alla caserma di via Cagni del reparto mobile della polizia di Stato, alle porte di Milano, infatti, da tempo esiste una vera e propria bidonville. Quasi un paradosso che l'amministrazione di Milano non sembra intenzionata a voler risolvere, chiedendo ancora una volta gli occhi davanti al degrado dilagante della città. Il giardino davanti al perimetro della caserma è diventato una vera e propria baraccopoli nel corso degli anni, denunciata in più occasioni anche dai sindacati di polizia, stanchi di vivere quotidianamente quel degrado.

"Ogni notte si accampano decine di immigrati extracomunitari richiedenti asilo politico, che prima di essere avviati verso la questura devono essere sottoposti agli accertamenti preliminari. Tale attività, che per sua natura non è programmabile, di fatto obbliga queste persone a bivaccare nell'area su indicata al fine di poter guadagnare nel mattino seguente le prime posizioni per gli accertamenti di rito", si legge in un comunicato del sindacato Sap. Non mancano gli anziani e i minori, ugualmente costretti a sostare nel campo anche in giorni come questi, con temperature torride e senza un punto di ristoro e nemmeno i servizi igienici a disposizione, oppure nelle gelide giornate invernali, quando a Milano si scende spesso sotto zero.

"Il problema dell'accoglienza viene ancora una volta lasciato nelle mani della polizia di Stato nonostante sia uno dei temi più dibattuti e mediaticamente più esposto", prosegue la nota del Sap. Sono i poliziotti che si occupano di portare l'acqua agli extracomunitari accampati davanti alla caserma, che soccorrono quelli che vengono colpiti dai malori a causa delle temperature estreme. Soni i poliziotti che si trovano costretti a "mediare le animate discussioni in tutte le lingue del mondo", che devono "ascoltarli mentre sollecitano l'azienda comunale per assicurare più frequenti pulizie straordinarie" o quando "tentano di far collocare un adeguato numero di bagni chimici e si assicurano che venga vuotato l'unico al momento presente". L'amministrazione ha fatto scaricabarile sugli agenti ma la situazione non è più sostenibile in queste condizioni.

"Lo spettacolo che ormai da tempo si verifica nel prato di fronte alla caserma di polizia di via Cagni è a dir poco indegno di una metropoli internazionale come Milano. Decine e decine di extracomunitari che ogni notte bivaccano in attesa di presentare la propria richiesta di asilo non possono non rappresentare un problema per il Comune di Milano", ha denunciato il consigliere comunale Silvia Sardone, esponente della Lega. Quanto denunciato dal Sap è sotto gli occhi di tutti quotidianamente ma "la tendenza della sinistra, invece, è purtroppo sempre la stessa: abbandonare la polizia di Stato scaricando su di essa ogni genere di responsabilità. Per questo mi unisco all’appello sacrosanto del Sap e del suo segretario provinciale, Massimiliano Pirola, che giustamente denunciano una situazione di degrado, disumanità e insicurezza".

L'accoglienza indiscriminata degli ultimi anni ha creato grossi problemi al tessuto sociale di Milano e alla sua sicurezza e, come ha sottolineato Silvia Sardone, "non ci si fa belli con l’accoglienza solo a parole ma servono anche i fatti, e di questi, negli ultimi anni, se ne sono visti ben pochi".

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