Cronaca locale

Basket a effetti speciali dal black mamba Bryant ai canestri targati Italia

Apre fino al 4 l'esposizione digitale sull'Nba Suoni e atmosfere riprodotti dalla tecnologia

Marta Bravi

Basta varcare la soglia del Samsung Arena per venire catapultati in un campo da basket, nel bel mezzo di una partita dell'Nba. Musica, applausi, luci stroboscopiche, l'atmosfera a stelle e strisce avvolge immediatamente lo spettatore, che non riesce a staccare gli occhi dallo schermo. «Non sono ancora state inventate delle parole per descrivere quello che si prova in campo» spiega Magic Johnson in un video. Benvenuti all'Nba digital edition, la mostra multimediale che ripercorre i 40 anni della National Basketball Association. La mostra, curata da Massimiliano Finazzer Flory, ex assessore alla cultura del Comune e ora attore a tempo pieno, è stata costruita con le immagini dell'archivio della national basket association. Sui mega schermi, infatti, scorrono spezzoni di film, interviste, tantissime riprese di partite, interviste. Ma anche momenti di vita privata e dietro le quinte, ovvero gli istanti a bordo campo e negli spogliatoi dove i coach incitano o rimbrottano la squadra

Dieci le sezioni in cui si articola la mostra: «The 3-point shot» sulla mitica linea da tre punti, «Dribble moves» ovvero l'arte del palleggio, «Kobe Bryant» per l'omaggio definitivo al «Black Mamba», «Coaches' voices», ovvero le voci degli allenatori. «Around the rim», perché tra i ferri del mestiere nell'universo Nba il primo è proprio il ferro stesso, cioè il canestro e tutto quello che gli accade intorno. La partita impossibile: per la prima volta i Bulls 1996 sfidano i Warriors 2016 in un confronto delle azioni più significative di due delle migliori squadre che hanno mai interpretato la pallacanestro, infine «Larry O'Brien Trophy», il trofeo ufficiale NBA simbolo di lotte e successi. A Milano, la «prima città al mondo che ospita la mostra» non poteva mancare «Italian style» il racconto delle azioni più spettacolari dei campioni italiani Belinelli, Datome, Bargnani e Gallinari.

La sfida della mostra: «Dimostrare che lo sport è anche impresa culturale. Il basket in particolare - spiega Finazzer Flory - lo sport più trasmesso al mondo in tv, ha anche una valenza sociale, di emancipazione ed è un vero e proprio «cult» per i ragazzi, allo stesso tempo è uno sport dove non c'è violenza nè doping».

La mostra, ad ingresso gratuito è aperta al pubblico tutti i giorni.

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