«Benvenuti, vi aspettavamo» Applausi agli uomini in divisa

A Baggio e in via Padova residenti entusiasti: «Avere l’esercito vicino ci fa sentire più sicuri». Donne e bimbi salutano dalle finestre, soddisfatti anche molti extracomunitari

Arrivano i nostri, evviva i militari. Forse neppure i soldati si aspettavano un’accoglienza così trionfale dai milanesi. Invece la larga maggioranza dei cittadini è felice di vedere quei ragazzotti in divisa al fianco di carabinieri e polizia. Da Baggio alla stazione Centrale, per finire in via Padova, danno un senso di sicurezza, non c’è che dire.
I più entusiasti sono i bambini, gli anziani, le donne. Le fasce deboli, quelle più bisognose di protezione dalla prepotenza dei delinquenti. «Guarda, mamma, ci sono i poliziotti. Ma perché sono vestiti di verde?», grida un bimbo un po’ confuso all’orecchio della madre. «Sono soldati, vengono per controllare che non ci siano i “cattivi” a fare del male», risponde la mamma. Il piccolo segue con sguardo ammirato i passi dei militari. In piazza Anita Garibaldi, pieno centro di Baggio, c’è tempo per ascoltare le lamentele dei cittadini. «Qui di notte è uno schifo. Colpa della discoteca vicina. I ragazzi escono di là ubriachi e drogati e tirano l’alba in piazza urlando e spaccando bottiglie di vetro», dice un anziano. I militari ascoltano, prendono addirittura appunti.
C’è chi gli corre incontro con gioia. «Benvenuti, meno male che siete arrivati!», urla una signora. A Baggio, quartiere «a rischio» a Ovest della Madonnina, sono pochi gli scettici. Qui la gente ha bisogno di sentirsi protetta e plaude all’operazione sicurezza voluta dal governo Berlusconi. «Sono contentissima che siano arrivati i soldati - dice Maria Grazia Caramaschi -. La nostra zona è terreno fertile per i delinquenti. Perciò, più divise ci sono, meglio è». «Qui c’è gente che non si fa scrupoli neanche davanti ai militari - sottolinea Rosilio Lazzaroni -, però avere i soldati vicino mi fa sentire più al sicuro». «A me hanno spaccato per due volte la macchina. Questi non sono posti tranquilli, ben vengano i militari», commenta Ester Ruiu. Luciano Lampertico è più cauto: «La situazione qui è quella che è. Non so se basteranno le pattuglie a risolvere il tutto. Vediamo, siamo speranzosi». Più che contrari all’arrivo dei militari, alcuni, come Raffaele Fiore, hanno perso la fiducia nel sistema giustizia. «Non servono i soldati. Si sa già chi dà fastidio nel quartiere. Sono 20-30 persone e la polizia sa benissimo chi sono. Ma prenderli è inutile, tanto dopo una vacanza in cella tornano nelle strade liberi di delinquere».
Anche in via Padova, periferia opposta della città, i militari sfilano in trionfo. Le signore si affacciano perfino dalle finestre per omaggiare il loro passaggio con un caloroso gesto di benvenuto. «Vi aspettavamo», è il commento più gettonato. Zona difficile anche questa, fra le più popolate da extracomunitari. Ma sono proprio alcuni di loro a essere sollevati per l’arrivo dei soldati. «Sono qui da sette anni - dice Juan, peruviano - e ne ho viste di tutti i colori. Vorrei stare più tranquillo e la presenza dei militari aiuta in questo senso».

Un unico episodio rovina l’idillio tra la cittadinanza e i nuovi arrivati in via Padova: una donna di colore inveisce senza motivo contro gli uomini in divisa. Difficile capire cosa dica. Ma di sicuro non si tratta di un cortese benvenuto ai soldati.

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