Cronaca locale

Bernardo dà un taglio alle tasse e ad Area C. Per Sala è "impossibile"

Mobilità e fisco nel primo confronto a dodici. Il sindaco strizza l'occhio al socialista Goggi

Bernardo dà un taglio alle tasse e ad Area C. Per Sala è "impossibile"

La cravatta aragosta con le coccinelle portafortuna dello sfidante del centrodestra Luca Bernardo e la mascherina rossa di Alessandro Pascale (partito Comunista) sono gli unici tocchi di colore sul palco del primo confronto elettorale tra dodici candidati sindaco di Milano (assente il 13esimo, Teodosio De Bonis del Movimento 3V). Dibattito promosso e aperto dal presidente di Confcommercio Milano Carlo Sangalli. Ultimo ad arrivare il leader di Italexit Gianluigi Paragone. Look total black per il sindaco Beppe Sala, jeans per la 28enne Bianca Tedone di Potere al Popolo. Due domande sulle priorità e tre minuti a testa per rispondere. Finisce che il vero match si giochi nello scambio di stilettate tra Bernardo e Sala fuori dal palco. E la prima stretta di mano tra i due dura una manciata di secondi. Mobilità, tasse e sanità sono i temi caldi e divisivi. Sangalli consegna il manifesto con le priorità del terziario, dopo la pandemia bisogna andare «avanti con la riduzione delle tasse locali e il sostegno alle micro e piccole imprese», alla voce mobilità il documento chiede di rivedere le piste ciclabili («vanno fatte in sicurezza, nelle sedi adeguate e senza creare ostacoli alle attività») e di eliminare Area C nella fascia pomeridiana. Sembrano due assist a Bernardo che l'ha scritto nel programma elettorale. «Per rilanciare Milano c'è bisogno di una terapia d'urto» afferma il pediatra, e le sue priorità sono legate all'abbattimento delle tasse, «riduzione Imu, Tari e Cosap per tutte le imprese che sono state e sono ancora in difficoltà, taglio dell'imposta per la pubblicità sulle vetrine e di Imu e Tari per gli alloggi sfitti». E sulla mobilità, «revisione delle piste, cancellazione di Area B, spegnimento di Area C alle 14 e i negozi nella ztl devono avere le stesse agevolazioni dei residenti». Sala giù dal palco sostiene invece che «Area C credo vada bene così com'è, però se eletto sono disponibile a sedermi a un tavolo con i commercianti anche sulle piste, siccome dobbiamo andare avanti, se ci sono stati errori ci ragioneremo». Giudica «radicalmente impossibile» il taglio delle tasse proposto da Bernardo, «conosco i conti del Comune ed è inutile proporre cose che poi non possiamo fare». Lo sfidante ribatte: «Io sono stato molto preciso, se in 5 anni non è riuscito a diminuire le tasse credo sia il momento dell'alternanza, lo faremo noi». Nel suo intervento Sala attacca la Regione sulla sanità, «deve cambiare rotta sulla medicina territoriale, la Lombardia non ha più le case di comunità, come si chiamano nel Pnrr, secondo il piano ce ne dovrebbero essere 28 e a questo punto sono disponibile a collaborare con l'assessore Moratti sulla scelta dei quartieri, possiamo avere spazi anche noi». Per Bernardo «oggi non è il momento degli attacchi, con Moratti e Regione apriremo un tavolo ampio su salute e welfare. Il Comune ha tanti immobili, possiamo fornirli gratis per le case della salute e anche a medici di base». Sala indica tra le priorità recupero dell'edilizia popolare «grazie anche al Pnrr», nuove metrò, assunzione di 500 vigili. E strizza l'occhio al candidato socialista Giorgio Goggi (che ha preso più applausi di tutti dalla platea) e ai suoi elettori: «Tanti sfidanti hanno parlato di case popolari - afferma Sala - se sarò rieletto potrei coinvolgere alcuni di loro, Goggi ha anche grande esperienza», ma è stato assessore della giunta Albertini, con il centrodestra. Goggi ricorda invece che nella storia milanese, dal dopoguerra, sono stati tre socialisti a portare Milano fuori dal guado, Caldara, Greppi e Tognoli, «ora mi candido io a gestire il post pandemia». La 5 Stelle Pavone punta su «digitale e innovazione tecnologica, Milano deve essere ai primi posti tra le smart city». Paragone parte fuori tema con gli attacchi su Monte dei Paschi di Siena e finisce con Lampugnano «hub dei pullman che nessuno controlla, da lì partono anche i corrieri della droga» e con le palme e i banani in piazza Duomo che «tolgono appeal». Cinque i candidati della sinistra radicale: Natale Azzaretto del Partito comunista dei lavoratori (che fa un inedito asse con Paragone sulla lotta alle multinazionali che sfruttano i rider), Tedone («la Milano di Sala è un parco giochi per ricchi»), Alessandro Pascale del Partito Comunista («siamo un partito rivoluzionario, dichiariamo guerra a mafie, multinazionali che non pagano le tasse e al ceto politico corrotto che ci ha svenduti»), Gabriele Mariani di Milano in Comune («troppe case sfitte e il piano del verde di Sala è stato fallimentare, basta esternalizzare servizi») e Marco Muggiani del Pci («a Milano ci sono ancora tonnellate di amianto da smaltire»). Per Bryant Biavaschi della lista Milano inizia qui la priorità va data «alle attività commerciali, suolo pubblico gratis e creazione di parcheggi interrati a prezzi calmierati per i residenti». Mauro Festa (partito Gay) propone una app per la consegna pasti a domicilio con la regia di Comune e Confcommercio, «se le multinazionali strozzano i ristoratori e sfruttano i rider, l'alternativa si può creare in un mese.

E vendiamo Sea per abbassare le tasse».

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