Il blitz dei carabinieri ha portato in cella 5 personeNelle mani della 'ndrangheta per incassare i soldi dai debitori

Il blitz dei carabinieri ha portato in cella 5 personeNelle mani della 'ndrangheta per incassare i soldi dai debitori

Aveva venduto uno scooter ma non riusciva a farsi pagare e per questo si è rivolto agli «amici» calabresi che, con le «dovute maniere», hanno convinto il debitore a saldare il debito. Ma tali «dovute maniere» per il codice penale, altro non sono che estorsione e cinque calabresi sono statai arrestati: due erano già in carcere dal 2012, uno li ha raggiunti, altri due sono andati ai domiciliari e tre se la sono cavata con obbligo di firma. L'episodio, insieme ad altri quattro, è stato scoperto dai carabineri sviluppando «Grillo Parlante», un'inchiesta del 2012 sulla 'ndrangheta in Lombardia. Ai criminali gli investigatori hanno anche sequestrato una serie di fabbricati e terreni per oltre tre milioni.
«Grillo Parlante» prende il nome dal capo della cosca, Sabatino «Tino» Di Grillo, 38 anni, vicino ai Mancuso di Limbadi in provincia di Vibo Valentia. L'anno scorso venne arrestato insieme ad altre 22 persone nell'inchiesta che svelò i rapporti tra il clan e il mondo politico lombardo. Ma l'inchiesta è proseguita individuando una serie di imprenditori che, per recuperare i propri crediti, si erano rivolti all'organizzazione. Oltre al caso dello scooter, venduto per 3mila euro, i carabinieri hanno scoperto anche il consulente aziendale che vantava un credito di 9mila euro. E ancora il concessionario di moto cui spettavano 3.500 per dieci quad venduti a un commerciante, il padroncino a cui una ditta di trasporti doveva 4mila euro e ultimo episodio mai completamente chiarito.


Per questo a Di Grillo e Vincenzo Evolo, 51 anni, già in carcere dal 2012, è stato notificato un nuovo provvedimento d'arresto, Rocco Barbaro, 41 anni, ha raggiunto i sodali dietro le sbarre, mentre per altri cinque è stato deciso l'obbligo di firma o gli arresti domiciliari. Sequestrati inoltre a parente di Di Grillo, ritenuto tesoriere della cosca, tre villette, dieci appartamenti, due capannoni e tredici terreni, ritenuti provento delle attività criminose.

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