La Bocconi si lancia sull'economia spaziale

Presentato il centro studi dedicato a un mercato da trecentocinquanta miliardi di euro

Michelangelo Bonessa

L'economia spaziale ha una stampella in più. L'Università Bocconi ha annunciato la nascita dello Space economy evolution Lab (See Lab), un centro studi dedicato a uno dei settori più vitali dell'economia. «Nel Paese ci sono 6 aziende grandi e 150 piccole e medie - spiega Roberto Battiston, presidente dell'Agenzia spaziale italiana - e grazie al Piano Spazio Space Economy approvato dal Cipe nel 2016 l'Italia si sta buttando nel settore dell'estrazione di valore del dato satellitare». Può sembrare qualcosa di lontano, ma non lo è: «Per fare un esempio - afferma Battiston - oggi siamo in grado di avere una mappatura completa del pianeta ogni giorno, ma ci serve poter utilizzare queste milioni di immagini: se si sviluppa questo settore potremmo ipotizzare quanto riso verrà prodotto in campo o precisamente a quanto ammontano le riserve petrolifere americane e agire di conseguenza sui mercati».

Il SeeLab nasce proprio con lo scopo di sostenere questa economia emergente: «Per adesso siamo cinque persone a lavorarci, di cui la parte più importante sono le quattro che compongono il comitato scientifico - dice Andrea Sommariva, economista e membro del gruppo di studio Space mineral resources dell'Accademia Internazionale dell'Astronautica - in autunno dovremmo entrare a pieno regime e quindi si dovrebbero aggiungere altre due persone».

Il programma delle ricerche andrà stabilito in accordo con i parnters, come l'Agenzia spaziale italiana (Asi), l'Istituto nazionale di astrofisica (INAF) e l'Agenzia spaziale europea, ma due idee sono già in calendario per Sommariva: «Una prima ricerca sarà sul modello economico per cercare di avere un quadro complessivo visto che i dati statistici sono ancora molto incompleti, una seconda analisi invece più nel breve termine riguarderà i servizi sviluppabili in quesa nuova nicchia».

Una nicchia che muove già miliardi: trecentocinquanta miliardi di dollari è quanto ha fatturato il settore spaziale, secondo le stime, nel 2017. Un comparto in piena espansione non più solo appannaggio del settore pubblico, ma nel quale sono sempre più protagoniste le imprese private.

Il progetto approvato dal Cipe dovrebbe permettere uno sviluppo del settore in Italia, oltre che la messa in orbita di tre satelliti, grazie a un approccio innovativo: di solito le commesse statali finanziano il 100 per cento del progetto - spiegano gli esperti intervenuti alla presentazioni in Bocconi - invece in questo caso pubblico e privato dividono a metà la spesa puntando su piani che permettano il rientro degli investimenti. Ciò significa che se tutto andrà secondo i programmi tra pochi anni l'Italia avrà un suo ecosistema nazionale di aziende di alta qualità. Già oggi esistono realtà affermate come la Sitael, sita a Mola di Bari, che produce in particolare piccoli satelliti.

Il SeeLab si candida dunque a diventare punto di riferimento per questo settore con un occhio alle nuove frontiere come l'estrazione di minerali critici come le terre rare e i metalli del gruppo del platino dalla Luna e dagli asteroidi o il turismo spaziale.

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