Cronaca locale

Boeri sogna un fiume verde che scorre tra gli ex scali

Da Farini a Segrate, 35 chilometri di aree attrezzate E il Comune pensa di creare la cittadella degli uffici

Chiara Campo

Un «fiume verde» che scorre per 35 chilometri attraverso i sette ex scali ferroviari (San Cristoforo, Porta Genova, Porta Romana, Rogoredo, Lambrate, Greco/Breda, Farini) e sbocca fino all'area Expo da un lato, fino alle vecchie ferrovie di Segrate dall'altro, a segnalare che è un progetto che travalica i confini di Milano. Lo ha disegnato l'architetto Stefano Boeri, presentato alla fine della tre giorni di workshop sul recupero degli scali dismessi. Un piano che si è rimesso sui binari giusti, dopo aver «deragliato» sotto la giunta Pisapia. L'ex sindaco Letizia Moratti aveva instradato l'accordo di programma tra Comune, Regione e Fs, l'amministrazione di centrosinistra lo ha bocciato, due mesi fa sono state approvate in aula e con voto bipartisan le linee guida per tornare al tavolo con Ferrovie e far partire finalmente la riqualificazione almeno nel 2019, una volta bonificate le aree e completate gare e appalti.

Boeri è tra i cinque archistar (ci sono Benedetta Tagliabue, Francine Houben, Ma Yansong e Cino Zucchi) incaricati da Fs (non senza polemiche dai colleghi che hanno raccolto centinaia di firme per contestare l'assegnazione diretta) di realizzare entro tre mesi i progetti da sottoporre ai cittadini. E la «visione» di Boeri ha già dettagli precisi. Intanto propone di alzare all'80/90% il totale della superficie a verde e ridurre quella edificabile. «Gran parte dei sistemi universitari e della sanità gravitano attorno a quelli che possono diventare i fiumi verdi», aree «attrezzate per lo sport, la musica, la cultura». Per Porta Romana c'è già l'idea di un grande polo sportivo all'aperto, allo Scalo Farini che ha ospitato il workshop a cui hanno partecipato duemila persone in tre giorni c'è quello che chiama il «pratone», un parco dei bimbi, circondato dai grattacieli.

Già, perché si può ridurre l'estensione del cemento in superficie e puntare sull'altezza, sul modello del Central Park a New York. Inserito nell'accordo di programma dal centrodestra, c'è anche il progetto di una circle line ferroviaria che corre intorno agli scali. E qui Boeri sostiene che non debba essere considerata un'opportunità solo per far viaggiare i passeggeri, ma anche «ad esempio le merci, o la raccolta rifiuti con i container».

L'assessore all'Urbanistica Pierfrancesco Maran accoglie anche l'idea del presidente Pd della commissione Mobilità in Comune, Carlo Monguzzi, di creare a Farini la «cittadella degli uffici comunali», magari con palazzi trasparenti. Ma ai tavoli sono spuntate anche le idee di una «città della musica» o di creare nei quartieri che sorgeranno sugli ex scali delle zone prevalentemente «car free», senz'auto. Quartieri, insiste Maran, dove si vogliono attrarre soprattutto under 25. Per questo nei bandi che Fs lancerà a gennaio per l'uso temporaneo delle aree (per evitare il degrado fino al 2019) si darà prevalenza a progetti fatti da, per o che diano lavoro ai giovani. E per lo sviluppo temporaneo Boeri suggerisce «lo sviluppo di boschi e biodiversità, utile anche alla bonifica dei terreni».

Tra gli architetti «ribelli» c'è Lorenzo Degli Esposti.

Continua a chiedere «gare per la scelta dei progetti» e sul fiume verde è scettico: «Mi sembra lontano dalla realtà, sui binari o passano i treni o i castori».

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