Cronaca locale

Cala la scure romana Maroni deve tagliare 5mila posti di lavoro

L'allarme della Regione dopo i no del governo. A rischio i lavoratori della Provincia e dei trasporti

Le Regioni «così finiscono gambe all'aria, in molte rischiano il fallimento». O fare come quelle «dove un assessore al Bilancio chiede di tagliare, quello ai Trasporti non taglia e il conto va nei “debiti fuori bilancio”. Poi a ripianare ci deve pensare lo Stato». A lanciare l'allarme è l'assessore al Bilancio Massimo Garavaglia che è anche coordinatore della commissione Affari finanziari della conferenza delle Regioni. E ieri a Roma, dopo il vertice tra i governatori, ha espresso «grande preoccupazione» perché in Senato la commissione non ha apportato nessuna delle modifiche chieste alla legge di Stabilità. E Roberto Maroni ora minaccia di uscire dal tavolo delle Regioni perché «cosi è inutile».

Con la conferma dei 930 milioni di euro di tagli alla Lombardia che potrebbero significare la perdita di almeno 2.500 posti di lavoro. Di cui 500 nella formazione e altri 2mila nel trasporto pubblico. A cui vanno aggiunti i 2.800 a rischio nelle Province per cui il governo ha ritirato l'obbligo all'assorbimento nelle Regioni. Un sollievo per Maroni che vedeva a rischio i conti, ma una pessima notizia per molte famiglie. E così le immediate conseguenze dei sacrifici imposti dalla Finanziaria Renzi sono 5.300 posti a rischio solo in Lombardia. Senza contare che, spiega Garavaglia, «con i tagli della legge di Stabilità, ci sarà anche un grosso impatto sui servizi sociali». E, allargando i conti a tutta l'Italia, spiega che «così tutto è fuori controllo. Se non si modifica la legge di Stabilità, almeno 40mila sono i posti di lavoro persi: 20mila fra i dipendenti delle Province e 20mila nel settore privato. Questo è il Jobs Act di Renzi».

Per nulla soddisfatto Maroni dopo che il governo ha presentato il suo maxiemendamento alla legge di Stabilità che non recepisce nessuna delle richieste presentate. «Sono molto dispiaciuto per questa decisione che mette in difficoltà le Regioni, tagliando risorse importanti nel trasporto pubblico, nella sanità e nell'assistenza», ha detto ieri al tradizionale scambio di auguri natalizi per cui ha utilizzato Bruce Springsteen come colonna sonora, confessando il suo sogno di portare il Boss a suonare a Milano durante i mesi dell'Expo. «Non accettare l'applicazione dei costi standard e preferire i tagli lineari - ha spiegato - significa penalizzare in primo luogo i cittadini. Penso e temo che alcune Regioni saranno messe così in difficoltà da questi tagli che non riusciranno ad approvare il bilancio». Assicurando che a Palazzo Lombardia ci si è già messi al lavoro «per ridurre il danno e trovare il modo di chiudere il bilancio, ma certo questa manovra ci imporrà grossi sacrifici per il 2015». Pesante la sforbiciata da 930 milioni di euro «per una Regione che ha già eliminato tutti gli sprechi e ottimizzato le spese».

Detto questo c'è da rimediare a una sforbiciata di 250 milioni tra trasporti e formazione, più 680 nella sanità.

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