Camicie in mostra Omaggio (tardivo) al genio di Ferré

Celebrato lo stilista scomparso nel 2007 Da due anni la rassegna era attesa a Milano

Camicie in mostra Omaggio (tardivo) al genio di Ferré

C'è la Origami, piccolo capolavoro di architettura sartoriale in chiffon e tulle di nylon. C'è la Contrappunto, maxi colletto e niente schiena, disegnata nel 1987. C'è l'organza voluminosa della Classic Glamour, datata 1990. Ventisette esemplari di camicie bianche, simbolo del talento creativo di Gianfranco Ferré, campeggiano al centro della Sala delle Cariatidi. Belle come sculture fatte di taffettà, organza, raso, tulle, merletti e ricami meccanici. Dopo tante polemiche e altrettanti ritardi, Milano rende finalmente omaggio all'architetto della moda. La tanto attesa mostra «La Camicia bianca secondo me. Gianfranco Ferré» apre oggi al pubblico e si potrà visitare (a ingresso libero) fino al primo aprile. «Un percorso accidentato», come lo definisce la direttrice della Fondazione Ferré Rita Airaghi, quello della mostra che ruota tutta intorno al capo più celebre del grande stilista scomparso nel 2007. Inaugurata al Museo del Tessuto di Prato lo scorso anno, sarebbe dovuta arrivare a Milano tempo fa, durante le settimane della moda, ma per ben due volte è stata rimandata perché la Sala delle Cariatidi, unica parte di Palazzo Reale ritenuta adatta ad ospitarla, non era disponibile.

«Le aspettative erano altissime, ora portiamo finalmente a realizzazione l'impegno preso con la Fondazione e con la città - spiega l'assessore Cristina Tajani -. Questo è un ponte simbolico tra la fashion week e l'Expo, ed è utile soprattutto ai tanti giovani che, apprestandosi a muovere i primi passi nel mondo della moda, possono apprendere un'autentica lezione di stile e creatività per continuare la grande tradizione del Made in Italy».

Rita Airaghi glissa sulle polemiche e parla del messaggio della mostra: «La moda è cultura, ricerca, passione e lavoro, non ha nulla di effimero». Per questo è stata scelta la Sala delle Cariatidi: mentre a Prato era stata allestita un contesto post- industriale, a Milano la mostra è la risposta «a una frase che Gianfranco ripeteva ai suoi assistenti e agli studenti: “ricordate che la moda è sogno”».

Promossa dal Comune di Milano e organizzata e prodotta da Palazzo Reale e Fondazione Gianfranco Ferré in collaborazione con la Fondazione Museo del Tessuto di Prato, la mostra è aperta a tutti, non solo agli addetti ai lavori, perché come sostiene l'architetto Franco Raggi, grande amico dello stilista, «le sue non sono camicie ma teoremi sartoriali», che tutti possono capire.

Oltre alle 27 camicie bianche, fulcro della mostra nonché sintesi perfetta fra la creatività e il rigore tipico di Ferré, si possono scoprire i bozzetti, le foto e soprattutto i disegni originali dello stilista, che svelano la sua incredibile capacità di creare un modello facendo una sintesi fra elementi fondamentali come silhouette, volumi, dettagli, leggerezza o corposità della materia.

E poi un suggestivo insieme di riproduzioni ai «raggi x» proiettate sul soffitto che svela l'impalcatura della camicia. Insomma, in attesa che, durante l'Expo, la mostra traslochi in un'altra località lombarda, Milano ci ricorda che la moda è (anche) poesia.

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