Si commuove il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana quando viene accolto da un caloroso applauso in consiglio regionale. Un consiglio un po' surreale, che si tiene a porte chiuse per non interrompere l'attività istituzionale, in collegamento con la consigliera Patrizia Baffi in isolamento a Codogno, in una regione paralizzata dal virus. Ma che in tutti i modi la giunta cerca di aiutare: «Cancelliamo l'Irap per tutte le imprese nella zona rossa» annuncia il presidente.
Un applauso che il governatore «gira» ai «medici, agli infermieri, ai tecnici, agli scienziati a chi lavora nel silenzio e che è da considerare eroico. Ci sono medici che non tornano a casa per non infettare la famiglia e che vivono in ospedale da giorni per continuare a lavorare - sottolinea Fontana - a dimostrazione che il sistema lombardo funziona e che la nostra è una vera comunità». Il riferimento a tutti i cittadini che si trovano blindati nella zona rossa e che «hanno accettato provvedimenti difficili come quello della restrizione della propria libertà, che reagiscono in maniera composta e che sono motivo di orgoglio per la nostra amministrazione». Composta dignità, senso di responsabilità, le parole d'ordine in Lombardia. «Non c'è stata nessuna scena di isteria collettiva, e devo dire che anche le immagini dei supermercati svuotati mi sembrano il minore dei mali» commenta il presidente che sembra per un attimo aver dimenticato lo scontro frontale avuto con il premier Giuseppe Conte.
Poi il governatore, affiancato dall'assessore al Welfare Giulio Gallera cerca di sdrammatizzare: dire che si tratta di un virus poco più forte dell'influenza non significa sottovalutare la situazione.«Lo dico perché tecnici, medici, virologi che lavorano con noi continuano a ripetere che il coronavirus è molto aggressivo dal punto di vista del contagio ma molto meno delle sue conseguenze». L' assessore al Welfare conferma che i tre nuovi decessi in Lombardia erano sì di persone risultate positive, ma si tratta, come nei casi precedenti, di anziani con quadri clinici già critici. Una persona di 84 anni di Nebro (Bg), una di 91 anni di San Fiorano (Lodi) e una di 83 di Codogno. Salgono così a 9 le morti nella nostra regione di persone «positive» anche se, come ha sottolineato Gallera «la connessione tra virus e decessi non è accertata. Ci sarà un'ulteriore valutazione dell'Istituto Superiore di Sanità. non è detto infatti che il virus sia direttamente responsabile della morte dei pazienti, spesso con patologie gravi».
La carenza di mascherine e tamponi? Il presidente ha voluto tranquillizzare sul fatto che verranno inviati al più presto nei presidi e negli ospedali di tutta la Lombardia, confermando anche che tutti i medici dell'ospedale di Codogno sono stati sottoposti a tampone, così tutti i cittadini che lavorano nella zona rossa. «Stiamo distribuendo ai medici di medicina generale anche i tamponi». In totale ieri sera si contavano 240 persone contagiate e 1.800 i tamponi eseguiti.
Inoltre l'assessore
Gallera ha annunciato che i medici in isolamento verranno presto sostituiti negli ambulatori. «Nessun reparto di nessun ospedale sta chiudendo, tutti sono operativi. Non c'è alcun tipo interruzione nell'attività sanitaria».
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