La Lega c'è e ha una squadra di amministratori in grado di dare a Milano una spinta in più. È questo il messaggio che il nuovo commissario milanese del Carroccio, Stefano Bolognini, ha voluto lanciare ieri, a due giorni dall'annuncio del suo nuovo incarico politico, che per scelta diretta dei vertici di partito lo ha visto subentrare a Fabrizio Cecchetti, ex consigliere regionale, da un anno eletto alla Camera.
Bolognini si è presentato con una conferenza stampa in piazza Duca d'Aosta, all'ombra di quel Pirellone in cui da un anno guida l'assessorato alle politiche sociali e abitative. «2021 la Milano che (non) vogliamo» questo il titolo dell'incontro, convocato in un luogo simbolico, che rappresenta la dimensione metropolitana di Milano ma anche la attuale sua fragilità sul fronte della sicurezza. «Un elemento è emerso con forza - ha detto - le periferie di Milano e i municipi si sentono trascurati dalla giunta di Milano».
Il neo commissario ha scelto di parlare circondato dagli eletti in Comune, in Regione e all'Europarlamento, come Alessandro Panza, e come Silvia Sardone, che dopo l'arrivo a Strasburgo ha dovuto lasciare il Pirellone ma è ancora consigliera comunale a Palazzo Marino, dove proprio ieri ha annunciato l'adesione al gruppo Lega (finora era nel Misto, dove era entrata dopo l'addio a Forza Italia). Con loro c'erano i deputati milanesi Igor Iezzi e Alessandro Morelli, capogruppo a Palazzo Marino, i consiglieri comunale Laura Molteni e Max Bastoni, eletto anche in Regione, insieme a Gianmarco Senna, capolista milanese. E i due presidenti di Zona, Samuele Piscina e Paolo Bassi. In Zona 3 il nuovo capogruppo è Gianluca Boari. Nelle periferie la Lega vuole restarci e vuole farsi sentire. Per chiedere più sicurezza, soprattutto. Tema del giorno, ovviamente, i daspo annunciati dal sindaco Beppe Sala. «Una marcia indietro patetica» attacca Sardone. «Alleluja» commenta ironico Piscina, che invoca la misura «nelle zone più problematiche» e cita la stazione Centrale, mentre Bassi ricorda l'emergenza di viale Puglie..
Eppure non di sola sicurezza deve vivere la proposta leghista. Questo lo sanno tutti. Proprio in vista del 2021 serve una proposta che parli a tutta Milano, una proposta preparata per tempo - spiega Bolognini - con quei «sì» in grado di lanciare la città (e cita le Olimpiadi, le metropolitane, il centro di produzione Rai). Sulle primarie per il candidato sindaco, il commissario un po' frena ma non chiude. Sul resto accelera: «L'importante - dice - è si arrivi a un nome in tempi ragionevoli, l'ultima volta con Parisi abbiamo fatto una partita in 3 mesi perdendola di poco. Poi il modo in ci si arriva può essere ampiamente condiviso con la città». E cita quella città «che non fa politica di mestiere ma vuol dare un contributo, nel sociale, nell'impresa, nel volontariato, nella cultura».
«Mi piacere - dice - che uscisse una figura di questo genere, che si trova una squadra di primissimo ordine anche con gli altri partiti che ne sono parte integrante, che cambiasse volto e motore alla città che con Sala è un po' ferma».
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