Caos parcheggi interrati: ora i giudici riscrivono il piano di Palazzo Marino

Il Tar ha respinto due ricorsi dei costruttori Arriva invece l'ok per il silos di Primaticcio

Luca Fazzo

Va a finire che il Piano parcheggi del Comune di Milano lo sta riscrivendo il Tar: di fronte ai numerosi contenziosi innescati da retromarce, fallimenti, ricorsi e quant'altro, sono i giudici amministrativi a stabilire quali dei silos sotterranei previsti dai progetti della giunta di Gabriele Albertini abbiano o meno diritto di essere portati a compimento. Un contenzioso lungo e complicato, dentro il quale gli stessi giudici del Tar ammettono di muoversi a fatica, poichè «l' iter risulta a tratti di difficoltosa intellegibilità». Ed è verosimile che lo scontro tra costruttori e Comune sia destinato ad avere una nuova puntata davanti al Consiglio di Stato.

Ieri il Tar della Lombardia ha depositato tre sentenze che contribuiscono a ridisegnare il piano. I giudici della terza sezione hanno esaminato e deciso in contemporanea tre ricorsi relativi ad altrettanti parcheggi compresi nel piano originario e depennati successivamente dalla giunta Pisapia. Risultato: Comune batte costruttori 2-1. Vengono respinti i ricorsi del consorzio concessionario dei parcheggi di via Pianell (zona viale Sarca) e via Nuoro, a Gorla: lì il parcheggio, stabiliscono i giudici, non s'ha da fare. La stessa società si vede invece dare ragione contro la revoca della licenza per realizzare il parking interrato tra via Primaticcio e viale Legioni Romane. Revoca annullata, via libera ai lavori.

In tutti e tre i casi il Comune (che non poteva rimangiarsi autorizzazioni già concesse, salvo scucire pesanti penali) per bloccare i lavori si era appellato a inadempienze delle aziende interessate ai progetti, e che hanno cambiato identità nel corso degli anni. Alla fine, i tre permessi erano finiti nelle mani di un consorzio temporaneo formato da Tecnica srl e Cogepre. Nel caso di via Nuoro e via Pianell, la revoca da parte del Comune era stata motivata con l'inerzia «per oltre cinque anni» della società costruttrice, «in ragione del tempo trascorso e della conseguente trasformazione della città, tale da aver reso l'intervento non più attuale», come hanno spiegato al Tar gli avvocati del Comune; mentre per via Primaticcio l'argomento utilizzato dall'assessorato era stata la esclusione dall'albo della società di assicurazioni che aveva fornito al progetto le fideiussioni previste dalla convenzione.

Nei casi di via Nuoro e via Pianell, gli argomenti del Comune sono stati ritenuti validi dal Tar secondo cui i provvedimenti «emergenziali» emessi dal sindaco Albertini in veste di commissario straordinario al traffico avevano senso solo se i lavori fossero stati effettivamente compiuti subito, mentre il tempo trascorso toglie legittimità a concessioni vecchie ormai di oltre dieci anni.

Mentre per via Primaticcio il Tar ha deciso che la revoca della abilitazione a operare alla Forte asigurari reasigurari, la società romena che aveva fornito le fideiussioni, non ricada tra le responsabilità del consorzio. Pertanto la revoca della concessione è stata annullata.

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