Capannone e minareto «La moschea è abusiva, il Comune la sequestri»

«Si proceda con il sequestro dell'immobile». Il vicepresidente del Consiglio comunale Riccardo De Corato è per la linea dura e chiede di non limitarsi alla sospensione dei cantieri della moschea abusiva in via Maderna, zona Mecenate. Finora i lavori del minareto non sono ancora stati interrotti ma sono già state avviate le procedure per fermare le ruspe. L'atto formale di sospensione verrà comunicato ai muratori domani. Ma per ora non si considera l'ipotesi del sequestro.
Come se si trattasse semplicemente di una questione burocratica da risolvere con un paio di firme. Così non è: la comunità islamica turca Milli Gorus ha comunicato regolarmente l'inizio dei lavori nel capannone di periferia ma non ha chiesto il cambio di destinazione d'uso (da magazzino a luogo di culto). Una svista? Forse no, vista la reticenza dei milanesi ad accogliere una moschea sotto casa e le polemiche in corso da anni. Da quando è stata messa in azione la prima betoniera i lavori sono andati avanti spediti, senza che nessuno dicesse niente.
Nel quartiere tutti sanno di cosa si tratta, sanno che in quell'area sta per sorgere una moschea con tanto di undici stanze e un luogo di preghiera comune. Chi dovesse nutrire ancora quale dubbio, a breve vedrà perfino spuntare le impalcature per una cupola. I lavori infatti - senza permessi né niente - sembrano essere già a buon punto. C'è un progetto da qualche parte (che prevede anche un campo da gioco e un cortile interno attrezzato) e ci sono cartelli per una raccolta di fondi tra i fedeli. Ma negli archivi del Comune non risulta nessun documento ufficiale. Il passaggio di cariche a Palazzo Marino non ha agevolato i controlli su cosa stesse accadendo in via Maderna e la comunità islamica è andata avanti indisturbata con i lavori mentre la squadra di Pisapia era impegnata a risolvere questioni di dimissioni e rimpasti di giunta.
«Era un dovere dell'assessore De Cesaris intervenire come ha fatto e mandare i vigili nel cantiere - spiega De Corato - Ora si proceda con il sequestro e con un'ulteriore approfondita indagine di geometri e vigili del comune». Il centrodestra chiede di andare fino in fondo alla questione ed è intimorito dalla mentalità che si sta insinuando tra i membri della comunità islamica. Se si usassero le maniere morbide con la moschea in costruzione in via Maderna, si creerebbe un precedente pericoloso. «Gli islamici - fa notare De Corato - si sentono tanto sicuri del fatto loro da procedere a realizzare questi luoghi di culto senza badare alle leggi dello Stato italiano di cui in via Maderna non si sono preoccupati minimamente». E questo significherebbe un problema per tutti gli altri quartieri di Milano.
Dopo il caso di viale Jenner e del garage abusivo, ora ci manca solo una vera e propria moschea abusiva. Va bene che la giunta di Pisapia è per regolarizzare i piccoli luoghi di culto islamici già presenti in città ma almeno che si rispettino le regole urbanistiche. «Se in via Maderna si vorrà realizzare una moschea - precisa De Corato - si organizzi un referendum tra i cittadini della zona Mecenate. Per noi è un passaggio fondamentale, per poter poi rilasciare le relative autorizzazioni». Non c'è una chiusura a priori nei confronti delle moschee ma si chiede, se non altro, di consultare i cittadini che abitano di fianco ai luoghi di culto. Anche perché, fa notare De Corato, i cittadini di Mecenate, zona 4, hanno già la presenza di almeno cinque campi rom abusivi e convivono con 500 nomadi. Come a dire che una nuova moschea potrebbe portare nuovi problemi di sicurezza. Ovviamente i rappresentanti della comunità islamica non si espongono più di tanto. Più passa sotto silenzio la costruzione della moschea, prima verrà ultimata, senza scandali.

«Sono brave persone, non danno fastidio a nessuno» smorza i toni Abdel Hamid Shaari parlando degli amici della comunità turca. Una comunità minore ma che conta già 500mila membri tra Italia, Francia, Germania, Austria e Paesi Bassi.

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