Luca Fazzo
«Non so perché Barbato ce l'abbia con me. Forse ce l'ha con la Cisl, forse non gli va giù il fatto che io sia stato il più votato alle elezioni. Bisognerebbe chiederlo a lui».
Mauro Cobelli è il vigile-sindacalista che, come emerge dalle carte delle indagini della Procura antimafia, il comandante dei «ghisa» Antonio Barbato aveva pensato di fare pedinare da un'azienda poi finita nei guai. Idea, fortunatamente, rientrata: ma che dà il polso della pesantezza del clima all'interno della polizia locale.
Barbato spiega che tutto nasce dal fatto che lei prendeva i permessi sindacali per farsi i comodi suoi, di sera e nei giorni di festa. L'anno scorso l'ha anche denunciata per truffa allo Stato.
«La denuncia non è mai stata fatta, solo un'informativa che la Procura ha archiviato il giorno stesso. A quel punto io l'ho sfidato a mettermi sotto procedimento disciplinare, come sarebbe stato suo dovere, e lui non ha fatto neppure quello. Evidentemente non aveva in mano niente».
Però lei i permessi sindacali li prendeva, e lasciava sguarnito il servizio.
«Ogni volta i permessi erano autorizzati dal Comune. Sul modo in cui poi li utilizzavo devo rendere conto alla Cisl, non a Barbato».
Ma, perbacco, li prendeva sempre sotto le feste: 2 giugno, Immacolata...
«Li prendevo quando il carico di lavoro è minore per non danneggiare i colleghi».
Sapeva che il comandante aveva pensato di farla pedinare per dimostrare che abusava dei permessi?
«No, l'ho scoperto adesso leggendo i giornali e sono rimasto demoralizzato.
Se un comandante riceve nel suo ufficio personaggi simili collegati a gruppi mafiosi e accetta anche solo l'idea di fare cose di questo tipo perde tutta la mia fiducia».(Oggi Cobelli è segretario per la Cisl di tutto il Comune di Milano).
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