Carcere di Opera, guardia in prognosi riservata

Un marocchino appicca l'incendio in cella per protestare, sono tre gli agenti intossicati

Tre guardie carcerarie sono rimaste intossicate in un principio di incendio nel carcere di Opera. Secondo quanto ricostruito, ieri pomeriggio un detenuto ha provato a dar fuoco con un accendino a un materasso all'interno del primo reparto, sezione A. L'uomo, di cui non è stato fornito il nome, non è riuscito nel suo intento ma il tentativo ha prodotto un intenso fumo che ha intossicato tre agenti subito intervenuti per spegnere il principio d'incendio. Due agenti di 26 e 29 anni sono stati trasportati in codice verde all'ospedale San Paolo, un collega di 29 anni in codice giallo al Niguarda. Il detenuto che ha provocato le fiamme, invece, è rimasto illeso. «È colpa e conseguenza - riferisce Alfonso Greco, segretario regionale del Sindacato autonomo polizia penitenziaria (Sappe) - della protesta sconsiderata e incomprensibile di un detenuto marocchino di 40 anni che ha appiccato un incendio nella cella dov'era ristretto, dando fuoco a tutto quello che vi era all'interno». Il «tempestivo intervento dei poliziotti, con grande senso di responsabilità e professionalità - continua - ha evitato conseguenze più gravi». Gli agenti di polizia penitenziaria hanno subito trasferito gli altri detenuti e hanno salvato il marocchino, che si era rifugiato nel bagno della cella. «La situazione nelle nostre carceri - denuncia il Sappe - resta allarmante e i nostri poliziotti continuano ad essere aggrediti senza alcun motivo.

E da quando sono stati introdotti vigilanza dinamica e regime penitenziario aperto, con detenuti fuori dalle celle per almeno otto ore al giorno con controlli sporadici e occasionali, gli episodi di violenza contro gli agenti sono aumentati. È necessario intervenire con urgenza per fronteggiare le costanti criticità, a cominciare dal ripianamento delle carenze organiche dei reparti di polizia penitenziaria della Lombardia».

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