La giunta Sala aspetta la formazione del governo di centrodestra ma è già pronto a battere cassa. L'«avviso» arriva dall'assessore al Bilancio Emmanuel Conte durante l'evento «Milano cresce, Milano aiuta» sugli obiettivi del mandato ieri al Teatro Lirico. «Oggi la situazione congiunturale dal punto di vista economico, l'inflazione, i tassi di interesse, la situazione geopolitica, il caro energia, insieme ai vincoli contabili, sta mettendo alle strette i bilanci della città di Milano, così come di tutti i Comuni d'Italia e nello specifico delle grandi città - premette -. È un tema, dovrà essere affrontato, e sarà il primo tema che porteremo all'attenzione del prossimo governo, con una dialettica che sarà di forte richiesta affinché il bilancio nazionale corrisponda ai bilanci comunali, e che sia leale nello spiegare quelle che sono le motivazioni, perché deve essere garantita la possibilità alla città di continuare a fornire la quantità e la qualità dei servizi che meritano i milanesi». C'è una nota sicuramente positiva che Conte sottolinea sul palco, gli incassi dagli affitti in Galleria raggiungeranno entro fine anno i 60 milioni di euro (erano 8 milioni nel 2007).
Il sindaco Beppe Sala non ha voluto invece commentare i nomi dei nuovi presidenti di Camera e Senato, Lorenzo Fontana e Ignazio La Russa, rinvia un bilancio finale quando sarà presentato il governo e guarda «con grande interesse ad alcuni ministeri chiave come il Ministero delle Infrastrutture, tutti parlano di Mef e Giustizia ma a me importa soprattutto il successore di Enrico Giovannini perchè per i nostri progetti legati ai fondi del Pnrr è estremamente importante». Ma ribadisce che «il sindaco non può permettersi nè immaginare di mettersi in una posizione critica nei confronti di un governo che nasce». Sui voti segreti da parte di esponenti dell'opposizione che hanno permesso l'elezione di La Russa a capo del Senato premette che «bisognerebbe conoscere bene come sono andate le cose» ma «sono stato alquanto sorpreso, e in una chat che condivido con sindaci dem garantisco che c'era una sorpresa incredibile». Con La Russa «dialogo da sempre e un sindaco non può fare altrimenti - continua - vedremo quello che farà nel suo ruolo». Giorni fa peraltro si era schierato a fianco del senatore dopo il veto della presidente Pd del consiglio comunale sull'iscrizione al Famedio del fratello Vincenzo, ex deputato e senatore Dc scomparso nel 2021. «Se me la posso cavare con una battuta - ha aggiunto ieri -, la famiglia La Russa aveva una pecora bianca e forse una valorizzaione. Basta che il no non sia stato legato al nome La Russa perchè non avrebbe senso, se invece non si reputava il suo curriculum non sufficiente, ne prendo atto». Ma la storia e i meriti di Vincenzo La Russa non sono stati neanche esaminati. Il «padrone di casa» del Lirico e direttore del teatro Nazionale Matteo Forte chiede al nuovo governo «attenzione al mondo della cultura e dello spettacolo.
Realtà come le nostre non possono più essere ignorate, mi auguro che finalmente non si pensi solo alle realtà pubbliche, seppur importanti, ma ci si rivolga anche a chi, con fatica, professionalità e senza alcuno sostegno statale riesce a offrire proposte apprezzate e vincenti».
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