Casa, schiaffi tra Comune e Regione

Palazzo Marino chiede più alloggi popolari per i casi urgenti in deroga alle graduatorie. Il Pirellone dice no

Casa, schiaffi tra Comune e Regione

Stop all'assegnazione di case popolari per i casi urgenti. Stiamo parlando di 3050 domande presentate per assegnazioni «in deroga» agli sportelli, che si aggiungono alle 440 pratiche già approvate dalla Commissione e alle 200 in corso di valutazione, che verranno congelate dal Comune, in polemica con la Regione. Di cosa si tratta? Di richieste di alloggio popolare, estremamente urgenti, da parte di famiglie sotto sfratto o in condizioni di particolare disagio sociale, tanto appunto da saltare la coda della graduatoria in cui sono già inserite. «Siamo in una situazione di emergenza tale che come ogni anno - ha spiegato l'assessore alla Casa di Palazzo Marino Daniela Benelli - abbiamo chiesto alla Regione di elevare la quota delle case destinate all'assegnazione diretta dal 25 al 50% del totale, ma la Regione, dopo il no dell'anno scorso, non ci ancora risposto. Eppure e precedenti giunte Formigoni hanno sempre portato il limite al 50%».

Tradotto in pratica: sulle 1000 assegnazioni di case erp che in media il Comune riesce a fare in un anno, la legge lombarda prevede di destinare una quota del 25% appunto alle situazioni emergenziali. Ma le domande che si sono accumulate sono tali che anche se si alzasse il tetto al 50% si arriverebbe nel 2015 a soddisfare solo 200 pratiche sulle 440 già approvate, lasciando indietro appunto le oltre 3000.

«La situazione è drammatica, lo denunciamo da mesi. Ma Regione Lombardia non capisce l'emergenza. Una decisione irresponsabile e immotivata in un momento di grave emergenza abitativa che oggi ci costringe a bloccare i lavori della Commissione: è del tutto inutile generare speranze e aspettative». Facendo due conti: stando al limite del 25% e prevedendo una disponibilità complessiva di 1000 alloggi circa nel 2015 sarà possibile assegnare in deroga solo 225/250 alloggi. Salendo a 450/500 nel caso in cui la Regione autorizzasse l'innalzamento al 50%.

Secca la replica del Pirellone: «Anche quest'anno il Comune vorrebbe bypassare le regole e gestire le assegnazioni delle case popolari senza attingere dalla graduatoria, dove ci sono persone che aspettano da anni una casa. Regione Lombardia ancora una volta interviene per garantire più trasparenza ai cittadini - commenta Fabio Altitonante, consigliere (Fi) -. Domani ( oggi per chi legge ) la Regione voterà per negare questa concessione. È chiaro che si vuole utilizzare questo escamotage per coprire le inefficenze, ma i problemi si risolvono non si nascondono». Secondo l'assessore Benelli dietro il diniego del presidente Maroni ci sarebbero ragioni ideologiche: «Se il Governatore crede che la maggior parte delle domande arrivi da stranieri si sbaglia perché si tratta solo del 40% contro i nuovi poveri italiani, che sono appunto la maggioranza».

A peggiorare le cose la scarsità della offerta, ovvero lo scarso numero di alloggi disponibili: «Se nel 2010 Aler aveva consegnato 905 case di sua proprietà -

fanno notare da piazza Scala - l'anno scorso erano solo 429. Questo ha causato un calo drastico nelle assegnazioni. Paradossalmente il Comune ha ristrutturato più case di Aler, pur avendo un patrimonio di lunga inferiore».

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