Il caso San Siro agita il Cio Sala ai club, chiedete ai tifosi

Il sindaco: "La cerimonia nel vecchio o nel nuovo stadio. Senza la proprietà comunale interviene la Corte dei Conti"

Il caso San Siro agita il Cio Sala ai club, chiedete ai tifosi

Sembra quasi un paradosso. Da giovedì gli ispettori del Cio approderanno in città per tre giorni di sopralluoghi nelle sedi inserite nel dossier di candidatura per le Olimpiadi invernali Milano-Cortina 2026, e il primo appuntamento è proprio allo stadio di San Siro, che dovrebbe ospitare la cerimonia di apertura e tra sette anni potrebbe non esserci più, demolito per fare largo a un nuovo stadio nell'area parcheggio accanto. «La cosa buffa - ha premesso ieri il sindaco - è che non si è ancora spostato un mattone e il dibattito sul vecchio o nuovo stadio di Milan e Inter è infuocato. Talmente infuocato che stamattina ho ricevuto una telefonata dal Comitato olimpico internazionale per avere garanzie sul 2026, visto che l'inaugurazione» in caso di vittoria contro Stoccolma «si farà lì. E ho ribadito certamente sì, in un modo o nell'altro». Sia che i club decidano di ristrutturare il Meazza, sia che lo abbattano per costruirne uno nuovo, «la cerimonia comunque andrebbe sicuramente lì, il Cio vuole avere la garanzia che ci sia uno spazio adeguato. Ma sottolineo che il dibattito che ora c'è non dico sul niente, ma sul poco intorno allo stadio, ha scatenato addirittura una richiesta di chiarimento ufficiale del Cio». In caso di vittoria, modificare in corsa una sede inserita nel dossier non sarebbe tecnicamente un problema, l'Agenda 2020 del Cio ha alleggerito i vincoli, tanto che - per citare - Tokyo che ospiterà le Olimpiadi 2020 ha modificato undici dei 37 impianti previsti in fase di aggiudicazione.

Sempre parlando al momento di pura teoria, il sindaco si impegna a chiedere «garanzie per i concerti anche in caso di nuovo stadio», solo quest'estate San Siro ne ospita dodici. Ma ora chiede a Inter e Milan di metterci la faccia. «È il momento che le squadre facciano chiarezza sulle loro intenzioni anche a livello comunicativo perchè in questo momento sembra che sia ii sindaco a voler abbattere il Meazza. Proprio no, io vorrei che fosse ristrutturato. Inoltre non dimentichiamo che per buttare giù San Siro dovrei avere la proprietà del nuovo stadio, altrimenti la Corte dei Conti mi verrebbe a prendere dicendomi che avevamo una struttura nostra e l'abbiamo demolita. - precisa ancora -. Comunque, se le squadre hanno un'idea diversa vengano da me e presentino un progetto. Non pongo ultimatum, però i due vincoli sono che rimanga la funzione d'uso attuale, anzi che la si allarghi, e il tema della proprietà non è un punto dirimente, ci sono più opzioni, si può dare una concessione a lungo termine». Ma torna da capo: «Li invito a mettersi davanti ai media per dire cosa pensano o sembra che il regista dell'operazione sia io, proprio no. Ho fatto presente che mi sto prendendo al posto loro una valanga di insulti anche sui social da una parte dei tifosi, nel mio ruolo ci sta anche fare da cuscinetto su alcune polemiche ma ho segnalato che ora le sto sentendo io». Non condivide l'ipotesi di un referendum lanciata da Forza Italia con il comitato «No demolizione San Siro» ma ha suggerito alle due squadre «di chiedere ai tifosi cosa vogliono e non di non far fare alla politica questa parte».

Il capogruppo della Lega Alessandro Morelli contesta: «Ancora una volta Sala fa Ponzio Pilato. San Siro non è di Milan o Inter ma della città. Vorrebbe evitare di metterci la faccia ma l'ha già persa non prendendo subito una posizione chiara a tutela di uno dei simboli di Milano.

San Siro è un brand di inestimabile valore ma dovrebbero essere le squadre (che guardano ai bilanci) e le tifoserie (che guardano ai risultati ) a decidere». E il leghista Massimiliano Bastoni ha depositato in consiglio la mozione salva-San Siro.

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