Da una parte il ruggito di un motore che fa scattare gli allarmi delle auto in sosta, dall'altra le lamentele di un anziano milanese a cui hanno negato l'accesso perché privo di pass. Questo è il quadro in cui si muove la festa per il cinquantesimo della Lamborghini. Trecentoventi automobili di ogni colore ed epoca, per la maggior parte di cittadini del Regno Unito, riunite intorno al Castello Sforzesco. Tutte in attesa della corsa che parte questa mattina alle dieci per un giro d'Italia a motore. Un tour che le porterà a Forte dei Marmi, Roma, Arezzo, Bologna e poi a Sant'Agata Bolognese, sede della Casa del Toro. L'entusiasmo è tanto sia per i curiosi che si accalcano introno alle transenne, sia per i guidatori e gli appassionati.
Lo spettacolo offerto dai prodotti della Lamborghini stampa un sorriso sul volto di molti dei presenti. E tra questi ci sono gli iscritti alla corsa, soprattutto stranieri: gli italiani sono circa un decimo del totale. Ad esempio c'è Andrè, 38 anni, imprenditore farmaceutico australiano rossiccio che ha preso armi bagagli e ruote per partecipare all'evento. Insieme a lui un altro della delegazione del paese dei canguri è Paolo, 43 anni, avvocato e figlio di un emigrato leccese: amante del marchio, ha attraversato l'oceano e affittato l'auto per non mancare all'appuntamento.
Oppure c'è Paul, parigino di 65 anni con un passato di commerciante di auto di lusso, che con la sua vettura d'epoca, è del 1969, guarda con una punta di snobismo le Gallardo, le più numerose alla manifestazione: «Di quelle ce ne sono tante, troppe», dice. Come la sua invece ne rimangono una manciata in giro per il mondo. Di 400 GT però ce ne sono almeno tre intorno al Castello.
E ancora c'è Chris, 56 anni, francese trapiantato in Inghilterra con una molteplicità di interessi, che stravede per le Lamborghini: «Quando ho visto questa macchina in vetrina nel 2005 ho capito che era più di una semplice auto e lo afferma uno la cui prima parola non è stata mamma, ma dice imitando il rombo del motore wowow». Poi c'è Duccio, milanese di 41 anni, che vive di rendita dopo aver liquidato la sua società di pubblicità e marketing a causa dei continui problemi tra sindacati e Agenzia delle entrate.
Tante storie insomma di gente affascinata dal lavoro svolto a Sant'Agata Bolognese.
Un'attività di cui ha parlato ieri Stephan Winkelmann, ad della società, in occasione della presentazione dell'evento organizzato con Pirelli, storico partner di Lamborghini: «Abbiamo sempre puntato sull'artigianalità, ma il nostro vero punto di forza è l'innovazione: noi spendiamo ogni anno un quinto del fatturato in questo senso, senza dimenticare l'ambiente. Vogliamo rendere il nostro stabilimento a emissioni zero entro il 2015».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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