Cenerentola, quel mito da favola tacco 15

Cenerentola, quel mito da favola tacco 15

Quel goloso oggetto del feticismo sublimato in mito dalla fiaba più antica. Spuntata dalle ceneri primordiali della tradizione orale in Egitto, «Cenerentola» affonda l'enigma della sua identità come un piedino si infila nella scarpa dei sogni. A questo binomio, simbolo della dialettica psiche - erotismo, ovvero piede - scarpa, «Cinderella» deve successo e meraviglia, brillante ancor oggi negli occhi di donne e uomini che al quarto piano dell'Excelsior ammirano la collezione di decollété, disegnati per la Disney da celebri stilisti dell'arte di incoronare il piede, per l'uscita del film il 12 marzo.

Rivelatrice del carattere più di ogni altro accessorio, la scarpa di Ferragamo assomiglia a quella di Charlotte Olympia o di Nicholas Kirkwood solo per una cifra netta: tempestata di Swarowsky, come l'abito che la protagonista indossa nel film, è l'apoteosi della trasparenza e della luce, le due qualità della servetta di fronte alla quale il principe si inchina. Azzurro è il colore più indossato dalla fulva ragazza, amica di topi e passerotti, e unica, celestiale, è la scarpa di René Caovilla, che abbraccia il colmo del piede con un motivo a corolla di fiore, per una Cenerentola profumata di Oriente come il gelsomino egiziano.

Imperatrice, con la punta in camoscio nero, il tacco vertigine in cristalli taglio baguette, la Ferragamo, 1.980 euro, fa immaginare una principessa che sotto l'abito celeste osa un tocco di nero, perché «la classe non è acqua, quindi non è azzurra». Se sulla scalinata della fuga prima di mezzanotte fosse rimasto il sandalo di Charlotte Olympia, zeppa, tacco a grattacielo, foderata in rossa, il principe avrebbe esclamato: «Caspita, con una donna come questa non mi annoio!». Interamente in Swarowsky, sulla punta una rosa di cristalli grandi come pezzi di criptonite di Superman, il feticcio di Jimmy Choo allude a una domestica trasformata in principessa da una fata madrina che dopo aver proclamato il magico «Bibbidi, bobbidi bu!», pensò: «Ragazza, se non ti svegli, tu, tra i topini ci rimarrai due vite!».

Ma quale di queste avrebbe indossato la vera Cenerentola? Non vi è dubbio che, pur nella stupefacente fiaberia, nessuna può uguagliare il nostro immaginario: la semplice, eh, semplice!, scarpa di cristallo, pulita, arcobalenica e fragile, perché quale donna riesce a camminare dentro un paio di tacchi di cristallo senza romperli a meno che non sia il soffio della leggerezza suprema, quella della cenere, da cui Cenerentola, che si trasforma in particelle di luce?

L'unica a ricordo di tale immaterialità è la creazione in satin argento di Alexandre Birman, con il vezzo di un'onda cristallina intorno al piede. Quale sarà quella più comperata? Fino al 31 marzo le scarpe si possono ordinare, prezzo permettendo! Al terzo piano dell'Excelsior lo studio Joann Tan sta allestendo una pedana con la carrozza a forma di zucca, puff rosa sorretti da topini dove anche lo stivaletto di Stuart Weitzman luccica come una stella di fuoco purificante.

Non dimentichiamo che il binomio scarpa - piede è più complesso di quanto crediamo; nella vera storia la matrigna e le sorellastre vengono fatte morire facendo indossare loro scarpette incandescenti, a prova che le fiabe non si spengono come cenere.

Non accadeva da quattro anni che le presenze italiane al salone superassero quelle straniere

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