In centro nasce «Labo Expo». Tra i partecipanti anche la figlia di Libeskind

Il modello è quello della mitica Factory newyorkese di Andy Warhol. Lo spunto, molto più milanese lo ha dato la figura del grande architetto Daniel Libeskind, «orfano» del futuro museo d'arte contemporanea che avrebbe dovuto sorgere a Citylife. L'idea però è tutta dell'artista architetto Paolo Ciabattini che a due passi dal Castello Sfoprzesco - al numero 60 di Foro Buonaparte - ha fondato negli ampi spazi «di una ex galleria d'arte «Labo-Expo», un grande laboratorio creativo inm cui dare vita a progetti in collaborazione con altri artisti del territorio. L'inaugurazione avverrà nelle prossime settimane, durante la megamanifesatzione del Salone del Mobile. Ad affiancare Ciabattini nel primo dei tanti progetti che si terranno nella piattaforma, saranno due discendenti d'arte dal cognome blasonato: Rachel Libeskind, figlia dell'archistar statunitense ma nata a Milano, e Attilio Terragni, nipote del grande architetto razionalista. «Il format - spiega Ciabattini - è qauello di creare un vero e proprio laboratorio di idee in cui gli artisti possano collaborare e dialogare finalizzando mle proprie energie ad un progetto e a una futura esposizione». La prima si intitolerà «Nel segno dell'architettura» e ruoterà su l'idea primordiale di una delle più celebri opere di Libeskind, lo straordinario Museo ebraico di Berlino. Proprio Libeskind curerà il progetto dei tre artisti (Ciabattini, Terragni e Rachel Libeskind) che svilupperanno le proprie opere in dialogo con il segno dell'architetto. Poi saranno coinvolti altri artisti tra cui anche studenti delle accademie.

«L'impulso - dice Ciabattini - parte dalla constatazione che nell'arte, proprio come succede negli anni dell'accademia, l'energia migliore è quella che scaturisce dalle contaminazioni e dalla colleborazione umana e creativa. Questo bagaglio purtroppo si è perso e ritengo fondamentale recuperarlo per fare uscire gli artisti dal loro poco splendido isolamento».

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