E ora che succederà in Regione? Dopo linfornata di consiglieri indagati, adesso arriva anche il terremoto nella Lega che della giunta Formigoni è unarchitrave portante. Interrogati sul punto, i colonnelli del Pdl ostentano sicurezza. E nei corridoi del Pirellone qualcuno assicura addirittura che la scoppola dei magistrati al Carroccio finirà addirittura con il rafforzare il governo griffato Formigoni. Né Umberto Bossi, né nessuno dei suoi, assicurano, ora potrà più permettersi intemperanze del tipo di quelle urlate il 22 gennaio in piazza Duomo davanti a 65mila militanti rivolgendosi allex premier Silvio Berlusconi. «La Lega - arrocchì la voce il Senatùr - ti chiede di far cadere questo governo infame di Monti o non riuscirà a tenere in piedi quello della Lombardia, dove ne stanno arrestando uno al giorno». Sembra passata unera geologica perché ora nel mirino delle inchieste cè la Lega. Prima con il presidente del consiglio Regionale Davide Boni, ora addirittura con il clan Bossi, il cui figlio Renzo «Trota» siede proprio nei banchi del Pirellone. «Ci tenevano sotto ricatto - sorride un pezzo grosso del Pdl in Regione - Ora ne avranno già abbastanza a guardare in casa loro».
Per i più moderati, invece, semplicemente nel centrodestra non ci saranno ripercussioni. Almeno a breve. A pensarla così lo stesso Formigoni che sulle storiche dimissioni di Bossi, «sono notizie che colpiscono - dice -, non credo che ora sia possibile commentare. Vedremo come si evolverà la situazione». Ma in giunta «la maggioranza tiene bene, perché gode del consenso. Se siamo stati rieletti quattro volte è perché i cittadini esprimono il consenso su quello che facciamo e sono soddisfatti per le iniziative che stiamo realizzando». La Lega, ribadisce Formigoni, «ha sempre confermato di mantenere lalleanza con il Pdl in tutte le amministrazioni dove ci siamo presentati assieme alle elezioni». Dalla sponda Lega garantisce lalleanza il vice presidente Andrea Gibelli. «In Regione non cambierà nulla». Perché «la giunta sta facendo un lavoro importante per i cittadini e le imprese lombarde. Tutti i provvedimenti che abbiamo messo a loro disposizione sono sempre stati apprezzati. È giusto quindi continuare a lavorare per completare il programma elettorale». Il cataclisma nella Lega? «Solo un momento di manutenzione della macchina». Ma il triumvirato Maroni-Calderoli-Dal Lago è già stato paragonato a Cesare, Pompeo e Crasso. Il futuro? «In autunno ci sarà il congresso».
Nel reparto fedelissimi cè Boni per cui Bossi rimane «il più grande leader politico che questo Paese abbia mai avuto». E lassessore Monica Rizzi.
Che fine fa la Lega in Regione? Formigoni: «Non cambia nulla»
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