A quanti milanesi è capitato di recarsi in pellegrinaggio in via Friuli? Superata la barriera dello sportello procedure sanzionatore della polizia locale, attraversando il cortile al primo piano si ha la ventura di incappare nell'Ufficio degli oggetti rinvenuti del Comune.
Qui si trovano centinaia di mazzi di chiavi, migliaia di portafogli, un'infinita varietà di ombrelli, sciarpe, cappelli, guanti tutti divisi per mese. Una sorta di Spoon River. Oggetti abbandonati che raccontano altrettante storie dei loro proprietari, che forse a questi oggetti non erano più di tanto attaccati se, dati per persi, non li hanno nemmeno più cercati.
Per incoraggiare i milanesi a andare a riprendersi i propri beni il Comune ha deciso di rivoluzionare i criteri per il pagamento: sarà il tempo di custodia degli oggetti smarriti e non più la stima del valore del bene a determinare il corrispettivo dovuto all'amministrazione all'atto della restituzione. Questo il criterio approvato dalla Giunta venerdì per la modifica del regolamento dell'ufficio.
«Un provvedimento volto a equiparare il costo del servizio all'effettiva prestazione di custodia attuata dall'amministrazione e che tenga in considerazione l'effettivo interesse al ritiro dell'oggetto da parte del legittimo proprietario - ha spiegato l'assessore ai Servizi civici Franco D'Alfonso -. Auspico che questo sia il primo passo per giungere ad un'ulteriore semplificazione delle tariffe che identifichi solo tre fasce: una in caso di ritiro prima dei tre mesi di giacenza, la seconda tra i tre e i 12 mesi e la terza oltre l'anno di deposito».
Fino ad oggi, infatti, chi andava in via Friuli per ritirare sciarpe, borse, guanti era tenuto a pagare, in cambio del servizio di custodia, una tariffa basata sul valore medio del proprio bene stabilito da un perito.
D'ora in poi il canone sarà stabilito calcolando un corrispettivo fisso per la registrazione e l'erogazione del servizio, uguale per tutti gli oggetti, ad eccezione dei documenti. A questo si aggiungerà una cifra a titolo di custodia commisurata alla durata del deposito. Le tariffe saranno poi rivalutate periodicamente secondo gli adeguamenti ISTAT e arrotondate ai cinquanta centesimi di euro.
Il motivo della rivoluzione? A supportare la scelta del criterio temporale un dato: solo il 30% degli oltre 15mila oggetti abbandonati in via Friuli viene ritirato entro i primi tre mesi.
Cosa i milanesi dimenticano più facilmente? I documenti (quasi 4000), seguiti dai portafogli (circa 2300). Persi anche numerosi assegni bancari, ticket e carte di credito per un totale di 1100 pezzi e altrettante tessere varie, dalle biblioteche ai badge.
Ma che fine fanno gli oggetti abbandonati dai legittimi proprietari? Dopo un anno finiscono all'asta.
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