«Ci hanno respinti ai seggi». E vince Bersani

«Ci hanno respinti ai seggi». E vince Bersani

E alla fine anche a Milano e in Lombardia ha vinto l'apparato e il segretario Pier Luigi Bersani (60 per cento) ha respinto Matteo Renzi (40), secondo la battuta più felice della campagna elettorale «l'unico bambino che mangia i comunisti». O vorrebbe mangiarseli, si dovrà dire ora. Al primo turno Bersani era arrivato al 44,06 per cento, mentre Renzi si era fermato al 36,87. A Milano e provincia il risultato è ancor più favorevole: 62 a 38 per Bersani.
C'era da aspettarselo. Meno previsto il brusco calo dell'affluenza rispetto ai 440.396 votanti della domenica precedente. Anche perché c'è stata polemica sulle 26mila nuove richieste di registrazione, delle quali solo 832 sono state accettate. Critico il sito vicino a Renzi domenicavoto.it che aveva raccolto oltre 19mila domande solo in Lombardia per poter partecipare al ballottaggio. Almeno in 3mila sono andati ai seggi nonostante la loro richiesta non fosse stata accolta dalla commissione elettorale. Tra le mani una mail del sito. «Lei è uno dei 128.733 cittadini che attraverso il sito www.domenicavoto.it ha espresso la volontà di partecipare a questa occasione di rinnovamento dell'Italia con lo strumento delle primarie». Niente da fare. «Le regole sono regole», si sono sentiti rispondere dai diligenti volontari che intirizziti dal primo gelo hanno stoicamente difeso il successo del segretario Bersani. Perché la mail sottolinea che la domanda di partecipazione al ballottaggio «è perfettamente coerente con le regole che il centrosinistra si è dato». E riporta il link al regolamento e a un video «dell'intervista che il professor Luigi Berlinguer, presidente del collegio dei garanti, ha rilasciato domenica 25 novembre a Youdemtv la televisione ufficiale del Pd. Per paura, e solo per paura - prosegue la lettera -, alcuni coordinamenti provinciali vogliono bloccare le iscrizioni, ma è un suo diritto partecipare al ballottaggio. La invitiamo quindi a recarsi al seggio con l'e-mail stampata e chiedere di votare».
Una fatica inutile. A niente è servito documentare la partecipazione a matrimoni, cerimonie, appuntamenti di lavoro irinunciabili. «Quella mail di Renzi non è certo un titolo per poter votare», il muro di gomma insuperabile eretto di fronte agli ultimi irriducibili. E pazienza se verso sera uno dei nuovi campioni del centrosinistra lombardo come l'avvocato Umberto Ambrosoli, lasciando il circolo del Pd Magenta XXV Aprile in via Ferrario, aveva twittato un «ho votato ora per le primarie. Quella bellissima sensazione... la Libertà è partecipazione».


A Milano hanno votato Bersani sia il sindaco Giuliano Pisapia che al primo turno aveva scelto Nichi Vendola e il candidato al primo turno Bruno Tabacci. Complimenti agli elettori di Renzi dal segretario della Lega Matteo Salvini che propone un dialogo per «costruire qualcosa insieme in nome del cambiamento».

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